Storace: «Un segretario accanto a Fini» Ma il partito resta tiepido
Questa la proposta lanciata ieri da Francesco Storace, che riapre il dibattito nel partito di Fini dopo la tregua successiva alla riunione dell'ufficio politico di martedì scorso. La proposta ha ricevuto un sostanziale «no comment» di Ignazio La Russa e un «si», che però si traduce in un suo ridimensionamento, da parte del ministro delle Comunicazioni, il finiano Mario Landolfi, che preferisce la figura del «coordinatore» del partito. Storace, a Milano per il convegno sul partito unico, ha assicurato che «nessuno vuole appannare o mettere in discussione la leadership di Fini», però «occorre un segretario, una figura eletta dall'assemblea nazionale che anche senza essere il capo del partito sicuramente guida le truppe». Il paragone è con l'Udc: «Fini resti il leader del partito, un po' come accade nell'Udc dove Casini è il leader ma poi c'è anche Follini». Storace è anche preoccupato per l'unità del partito, specie alla luce della gestione da parte delle correnti avutasi fino alle regionali di aprile. «Credo che mai come in questo momento — ha spiegato — occorra evitare pregiudizi di componente. Oggi c'è bisogno di una figura di segretario, magari con meccanismi di garanzia». Secondo Storace «l'errore più grave che noi commetteremmo sarebbe quello di trasformare una minoranza in opposizione. Il partito non ha bisogno di una opposizione. Ha bisogno dell'insieme di tutte le forze che lo compongono». Ignazio La Russa non ha voluto commentare la proposta del ministro della Sanità, limitandosi a definirla «interessante» e degna «di essere esaminata». I primi pronunciamenti sono arrivati da Mario Landolfi, che ha ridimensionato la proposta di Storace e ha invitato piuttosto a pensare a un «coordinatore» il cui ruolo sia limitato «agli aspetti organizzativi del partito», e quindi che non abbia iniziativa politica, come invece ad esempio ne ha Follini all'interno dell'Udc. Un coordinatore che potrebbe «essere indicato da Fini e votato dall'assemblea nazionale sulla base di un documento politico». Anche per Italo Bocchino si potrebbe pensare a un segretario «non in contrapposizione» con FIni, ma «sulla scia dei suoi intendimenti». E analoga è la posizione di Adolfo Urso, per il quale il segretario dovrebbe essere indicato da Fini. Neppure Maurizio Gasparri è «scandalizzato» dalla proposta di Storace, ma sottolinea che «il problema è poi chi dovrebbe fare il segretario e con quale linea politica». «Io — ha proseguito — sono per una destra che sia fortemente identitaria e, per questo, non tema il crearsi di convergenze e coesioni nel centrodestra. Strappi in An ne abbiamo avuti e, qualche volta, senza nemmeno discutere. Per cui dal processo di coesione del centrodestra non abbiamo nulla da temere».