Rai, sono già pronti i sostituti di Urbani
Si riparla infatti del responsabile delle Risorse artistiche Alessio Gorla e dell'onorevole Giorgio Lainati (FI) come candidati a prendere il suo posto qualora dovesse lasciare, ma spunta ora anche la possibilità che si scelga di mettere il famoso illustre «ottantenne» (come Vittorio Mathieu) in Cda (in quota FI) per arginare Sandro Curzi e strappargli il privilegio di essere consigliere anziano e presidente pro-tempore. Pare infatti che i malumori degli alleati della Cdl sulle vicende di viale Mazzini, e sul ritardo della composizione totale del vertice, stiano montando sempre più proprio perché quel volpone di Curzi, unico di tutta la compagnia dei consiglieri appena nominati a conoscere a fondo la Rai, si muova ormai come il padrone assoluto della baracca. Così, dopo che Prodi e la Sinistra hanno praticamente bruciato malamente Petruccioli, soprattutto An e Udc si lamentano che non venga fatto subito un altro presidente per riportare l'ordine delle cose e ristabilire i ruoli come dovrebbero. Ieri infatti il ministro Landolfi, da Capri ha fatto sapere di aver fatto anche lui la sua proposta «di una persona autorevole» per la presidenza Rai a Siniscalco e di sperare ora «che ci lavorino sopra». Se An ha fretta, anche la Lega pare innervosirsi. E martedì il vicepresidente della Vigilanza Davide Caparini ne parlerà sicuramente nel corso del dibattito con il senatore Massimo Baldini (FI), sottosegretario del ministero delle Comunicazioni, nell'incontro sulla Rai «Tra pubblico e privato», organizzato dall'associazione Libera-mente, che si terrà sulla terrazza Martini, proprio di fronte al «cavallo». Mentre gli alleati si innervosiscono il nodo Rai resta però legato per il premier Berlusconi alla sua trattativa a largo raggio con il presidente della Camera Pierferdinando Casini. Anche l'uovo di Colombo di piazzare «l'ottantenne» di rango in Cda (al posto di Urbani) per arginare Curzi rientrerebbe nella strategia di «tenere a bada» le eventuali intemperanze del consigliere Udc Marco Staderini. Silenzioso e quasi invisibile, il consigliere centrista Staderini, c'è ma non si vede, ma potrebbe scoppiare da un momento all'altro qualora si presentasse l'occasione. Berlusconi ricorda bene ciò che è accaduto al celebre Cda di Baldassarre, quando l'ago della bilancia Staderini, sbilanciò tutto seguendo Zanda e Donzelli dimissionari. Così potrebbe accadere ora con una votazione 4 a 4 in Cda, che toglierebbe la maggioranza alla Cdl. Insomma, altro che Sandro Curzi, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni, la vera mina vagante che tiene sospesa tutta la trattativa sulla Rai resta ancora l'inafferrabile Staderini. Ma soltanto Casini potrà disinnescarlo per far ripartire l'azienda.