Tremonti: l'Europa è un funerale
Per Tremonti il no francese al trattato è la bocciatura «della vecchia Europa, che fa troppe regole e che sta troppo lontana dal popolo» ed ha aggiunto: «Glielo avevamo detto; sostenevano: siete euroscettici. Lo ha fatto la Francia, l'Olanda, penso che i sondaggi siano contro questa Europa». Per il vicepremier la responsabilità è «di chi ha fatto Bruxelles e l'ideologia di Bruxelles in questi ultimi anni. Troppe regole e le regole che ci sono, applicate male. Non hanno capito lo spirito del tempo. Se il mondo va verso l'integrazione, verso la globalizzazione, non puoi in Europa fare finta che non sia successo niente. Mentre il mondo andava verso la globalizzazione l'Europa andava verso una integrazione da fondamentalisti: chilometri di leggi, di regole e applicate male quelle giuste. Se due imprese si fondono, come è stato per la legge Ciampi, perchè vietarlo?; se c'è un aiuto di Stato o un sussidio è giusto vietarlo per un'impresa decotta, ma non si può vietare la legge Ciampi che favoriva le banche italiane per farle diventare più grandi. Oppure l'antitrust: se si deve lottare a favore dei consumatori contro un grande cartello mondiale è giusto; ma, se si pensa di usare l'antitrust europeo per creare il mercato ideale in Europa dimenticando che c'è il mercato nel mondo, si sbaglia. Io credo che i popoli abbiano detto di no a tante di queste cose. Poca democrazia, troppa arroganza». Tremonti ha poi ricordato il rifiuto di stampare l'euro di carta mentre, sull'allargamento, bisognava fare prima la Costituzione. Ma il suggerimento è stato respinto. Sulla politica agricola europea Tremonti ha poi detto che «basta guardare il bilancio che c'è» per capire che «tra dieci anni conserveremo ancora l'agricoltura protetta ed avremo già persa tutta la manifattura, spiazzata da fuori e bastonata da Bruxelles. Il bilancio europeo sembra fatto 50 anni fa quando allora l'agricoltura aveva un senso. Adesso tagliano la ricerca e mantengono l'agricoltura». L'ex ministro dell'economia sostiene che «l'agenda di Lisbona sta ai problemi che arrivano come l'aspirina sta al cancro», e cioè «non serve a niente». Per Tremonti occorre invece fare come l'America: proteggere il lavoro e la produzione europei; fare meno regole, applicare meglio quelle giuste; ammettere gli aiuti di Stato se le industrie crescono; difendere i consumatori, ma non uccidere il mercato; ammettere tassazioni zero per i capitali che vengono da fuori; avviare il piano Delors di emissione di obbligazioni pubbliche europee per finanziare l'industria del vecchio continente.