Palazzo Chigi vara la mini-rivoluzione Irap

Non sarà infatti possibile per i contribuenti ricorrere al cosiddetto "ravvedimento operoso" che consentirebbe di versare fino ad un anno dopo incappando in una multa del 30% della cifra prevista. Tolta questa possibilità si incorrerà invece nell'omesso versamento. È questa la principale novità del decreto approvato oggi da un Consiglio dei ministri lampo che introduce inoltre un premio a favore delle micro-imprese che si fondono e aumentano la propria dimensione fino a diventare piccole o medie (secondo i parametri comunitari). Per quanto riguarda l'Irap, il governo, con il decreto odierno, si mette dunque al riparo dall'ipotesi, confermata nei giorni scorsi da alcune associazioni, che i contribuenti, in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Ue (che di fatto ha già annunciato la propria contrarietà all'imposta italiana) decidano di non pagare alla scadenza fissata ovvero entro il 20 giugno prossimo per il saldo 2004 e per il primo acconto del 2005. Una situazione questa che creerebbe non pochi problemi dal momento che l'Irap finanzia in gran parte la sanità regionale. Per questo motivo l'esecutivo ha deciso di introdurre le norme per «assicurare il regolare versamento dei saldi di imposta 2004 e degli acconti 2005 relativi all'Irap, per i quali - sottolinea la nota di Palazzo Chigi - resta escluso il ricorso all'istituto del ravvedimento operoso». Si specifica comunque che «sarà tuttavia consentito, a valere sulle somme versate, compensare le minori somme che risulteranno dovute a seguito del riordino dell'Irap». Viene dunque confermato l'obbligo di pagare l'Irap entro il 20 giugno, e vengono anche innalzati dallo 0,4% allo 0,6% gli interessi da pagare per chi effettua il versamento entro 30 giorni dalla scadenza. Il decreto odierno introduce inoltre «un premio di concentrazione» attraverso il credito di imposta, per favorire processi di aggregazione di micro-imprese in imprese considerate piccole e medie secondo i parametri comunitari. Si tratta di un beneficio del 10% come credito di imposta calcolato sul valore della produzione che risulta togliendo al valore della produzione complessiva del nuovo soggetto il valore della produzione più alto tra le imprese. «Finalmente, è una mia creatura - ha commentato Tremonti riferendosi al premio per le concentrazioni imprenditoriali - aspettavo questo provvedimento da gennaio scorso». «Da parte del governo si rinviano i problemi, non si vede nessuna prospettiva di soluzione», ha commentato aspro il vice presidente dell'Anci, Fabio Sturani. «Guardando al futuro ha aggiunto - siamo fortemente preoccupati per la qualità della spesa e dei servizi che i Comuni riusciranno ad erogare ai cittadini. Non è possibile ridurre i trasferimenti dello Stato agli Enti locali e impedire l'autonomia finanziaria. In questi giorni - ha ricordato Sturani - l' Anci ha chiesto l'apertura di un tavolo serio. Siamo pronti a fare la nostra parte, abbiamo dimostrato la nostra piena disponibilità sulla compartecipazione alla lotta all'evasione fiscale». Secondo Sturani il Paese, che sta vivendo una crisi profonda di recessione economica del tutto evidente, deve poter contare sulla capacità di investimento che gli Enti locali «purtroppo non riusciranno a garantire, ma che hanno rappresentato in questi anni la gran parte degli investimenti pubblici. Tutto ciò ha detto sarà vanificato se rimarrà l'attuale Legge Finanziaria». Da Parigi Ciampi in serata ha ridato coraggio e smalto all'azienda Italia: «Un risveglio è possibile per tutta l'industria italiana. Il nostro paese ha tutte le carte in regola per essere all'altezza della sfida della competitività. Lo dimostrano i risultati ottenuti dall'industria dell'aerospazio e della meccanica e lo dimostrano la fusione tra Unicredit e Hvb, che ha dato vita al primo gruppo transnazionale europeo». E ancora elogi: «Abbiamo menti, abbiamo capitali, abbiamo capacità di lavoro nel senso che abbiamo tecnici e operai di prim'ordine. Quanto vediamo qui è un esempio di come si deve esse