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Berlusconi no a Petruccioli se lo manda l'Unione

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Il premier boccia la candidatura a presidente di Claudio Petruccioli, ed è subito scontro frontale tra maggioranza e opposizione. «Non si può accettare una candidatura proposta dall'opposizione», dice il premier in Transatlantico. «Da parte nostra - aggiunge - c'era stata una proposta che più istituzionale di così non poteva essere. Monorchio è stato ragioniere dello Stato per 23 anni. E davvero ci sembrava una figura di garanzia. L'opposizione invece - prosegue Berlusconi - ha detto che non si poteva accettare questa candidatura per il metodo con cui era stata presentata. Non credo ora che si possa accettare la candidatura dell'opposizione pur rimanendo inalterata tutta la stima e la considerazione per Petruccioli». Gli risponde il diretto interessato. Il diessino presidente della Vigilanza, obietta a Berlusconi: «Osservo che quanto detto da Berlusconi è un pretesto perchè l'opposizione non mi ha candidato, ma ha detto che se fossi stato proposto mi avrebbe appoggiato». Francesco Rutelli si dice sorpreso dal fatto che «il Presidente del Consiglio abbia definito Petruccioli il candidato delle opposizioni. È un errore. Non è così. L'Unione ha espresso una disponibilità a sostenerlo se ci fosse una designazione che, come è noto, spetta al Governo». Non parla solo Rutelli, e l'opposizione alza la voce in modo meno sfumato del presidente Petruccioli. Anche Fassino si scatena: «È sconcertante che il Presidente del Consiglio in persona blocchi da settimane ogni ragionevole soluzione per la Presidenza della Rai, contestando una possibile candidatura Petruccioli, che era stata per settimane avanzata e suggerita da autorevoli esponenti della maggioranza di governo». Per il Verde Alfonso Pecoraro Scanio, «È grave che nessuno nel centrodestra sia in grado di mettere un argine a questo sconcio che rischia di produrre gravissimi danni all'azienda». Il commento più duro viene dal capogruppo Ds in Vigilanza Giuseppe Giulietti. Per lui «la dichiarazione di Berlusconi è politicamente oscena e la più clamorosa dimostrazione del suo conflitto d'interessi». Lo attacca da Forza Italia Giorgio Lainati, che parla di «offese del tutto gratuite ed inaccettabili nei confronti del Presidente del Consiglio», di una «sguaiata campagna di aggressione» che «va ben oltre la nomina del Presidente della Rai. Nasconde il tentativo di riportare indietro le lancette dell orologio, ai tempi in cui la televisione pubblica era militarizzata dalla sinistra». Anche per il suo compagno di partito Emiddio Novi, il Ds vorrebbe riportare indietro le lancette. «Giulietti è nostalgico di quei tempi di grigio feudalesimo familistico- politico. Non ha capito che la Rai ha cambiato registro e che non è possibile restaurare consuetudini ormai impraticabili». Ma in realtà il malessere per la vicenda Rai serpeggia anche all'interno della maggioranza. Ieri la Commissione di Vigilanza ha aggiornato a martedì prossimo alle 14 la discussione sul tema Rai, e per quella data l'opposizione non nasconde di voler arrivare ad un documento comune con almeno parte della Cdl che scalpita sul tema Rai. Al termine della riunione, Alessio Butti di An non nascondeva la sua insoddisfazione. «Serve una rapida soluzione per la Rai, per il bene dell'azienda, per rispetto al Cda e per rispetto a diecimila dipendenti», ha detto. Insomma bocciati definitivamente gli ultimi candidati, Petruccioli da una parte e Mathieu dall'altra, si riparte da zero verso l'assemblea ordinaria del 5 luglio.

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