Bilancio Ue, la palla al Consiglio

Ma dalla riunione dei ministri degli esteri dei 25 non sono venuti segnali di ammorbidimento delle rispettive posizioni e la palla è ora nelle mani dei leader europei. Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini ha ribadito che la posizione dell'Italia è responsabile, «ma non cedevole». Per il premier lussemburghese Jean Claude Juncker comincia la marcia di avvicinamento a tappe forzate al Consiglio di giovedì e venerdì. Oggi incontrerà il premier britannico Tony Blair a chiudere il suo giro d'orizzonte fra i 25. Il faccia a faccia sarà l'occasione per sondare se vi siano margini di trattativa, anche se minimi, sullo sconto del quale la Gran Bretagna gode da circa vent'anni e che è ammonta quest'anno a circa cinque miliardi di euro. Blair ha ieri ribadito che la Gran Bretagna è disposta a mettere in discussione il rimborso solo a condizione che si rimetta in discussione tutto, in particolare la politica agricola comune, sulla quale fa muro la Francia sostenuta dalla Germania. Secondo i conti del premier britannico il 40% delle finanze europee «va sempre all'agricoltura» malgrado in questo settore lavori appena il 5% degli attivi. «Dobbiamo chiederci se all'inizio del ventunesimo secolo un bilancio formulato in quel mondo sia la risposta ai problemi dell'Europa d'oggi. Io penso di no», ha affermato il premier britannico. «Non bisogna drammatizzare perché non siamo con l'acqua alla gola», ha sottolineato il titolare della Farnesina, secondo il quale se al Consiglio di giugno «non ci saranno spiragli per un'intesa reale è inutile proseguire i negoziati, meglio passare la mano alla presidenza successiva».