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Abruzzese: «È la parte del Paese più devota»

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Siamo, in pratica, di fronte «allo schema sociologico classico secondo il quale la mondanizzazione delle zone industriali ha risposto in maniera differente rispetto alla cultura contadina-religiosa». Insomma nel referendum sarebbe tornata a galla l'anima "antica" del Belpaese. Riproducendo se stessa e le divisioni in sé che si pensavano fossero state cancellate dal tempo e dal progresso in teoria uguale per tutti. Professore, quindi si conferma un'Italia spaccata in due? «Grosso modo la "fotografia" rispecchia le solite distinzioni tra le aree sviluppate e quelle meno avanzate, tra aree metropolitane e quelle rurali». Forse al Sud la coscienza è qualcosa da affidare a vescovi e Pontefici? Dice Cacciari che «arretra la cultura laica»... «Sicuramente. Ma sarebbe davvero interessante scoprire come hanno votato i cattolici. Mi piacerebbe conoscere come si è comportata la componente "laica". Io sono convinto che il mondo cattolico si sia diviso». Forse il Sud è anche quella fetta di Paese più "devota" al Papa. Quanto ha pesato la discesa in campo di Ratzinger? «È stato fondamentale, perché ha legittimato le parti più tradizionaliste e non laiche del cattolicesimo, ma c'e da dire anche, però, che l'immaginario collettivo segue il nuovo Pontefice alla deriva della figura di Giovanni Paolo II che forse avrebbe mostrato maggiore sapienza politica». Ma è tutta colpa della Chiesa, se di colpa si può parlare? «Esprimo un giudizio rattristato su questo esito referendario, premettendo che il sì e il no non fossero semplici e scontati: sono entrambe risposte ideologiche». Quindi? «Pesa il retroterra culturale soprattutto del Sud dove c'è stata una scarsa riflessioni sui temi in questione». Tutto ciò che cosa significa? «È stata una sconfitta per la cultura democratica e civile italiana. È il segno che non è stata ancora raggiunta una cultura della cittadinanza attiva. Segno, forse, che il terreno è sbagliato». Mica starà dicendo che è sbagliato lo strumento-referendum in sé? «Forse, almeno per quanto riguarda argomenti così delicati, posti tra l'altro in modo così enigmatico». Difficili dunque da capire per un italiano in possesso di una "onorevole" cultura contadina e un grado medio di scolarizzazione? «Sì, ha pesato anche questo». Abruzzese, in definitiva, chi ha perso? «Per gli stereotipi e i luoghi comuni dei quali in genere in Italia si servono tutte le forze politiche, è stata una sconfitta per tutti».

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