«Neanche i Ds
ci credono più»
«Prendiamo atto che fino a questo momento nemmeno gli iscritti dei Ds, Prc e Cgil hanno seguito le indicazioni delle effettive leadership: questo è il primo dato che la politica, a partire da lunedì, dovrà valutare con grande tranquillità», ha affermato ad esempio il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè. Il quale non ha neppure rinunciato a una polemica con il segretario dei Ds: «Fassino ha una concezione istituzionale molto raffinata. Applaude Ciampi perché fa interviste nel giorno del silenzio sui quotidiani e si reca a votare invece continua ad attaccare il presidente Pera e il presidente Casini perché esercitano il loro astensionismo consapevole e partecipato»: lo afferma il capogruppo dell'Udc, Luca Volontè, commentando le dichiarazioni del segretario dei Ds. «La differenza tra noi e lui — ha concluso — è che noi rispettiamo le scelte di tutti ed evitiamo di esacerbare con toni isterici e al limite della legge vigente una campagna referendaria che oggi finalmente lascia la parola ai cittadini e agli elettori italiani». Più cauto Francesco Giro responsabile nazionale di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico e Consigliere politico del coordinatore nazionale Sandro Bondi. I risultati del referendum, ha commentato, vanno valutati senza «tentazioni neocentriste». «L'essenza popolare e democratica di Forza Italia e la sua realtà composita e plurale si misureranno ancora una volta dalla pacatezza e dalla sobrietà con cui sapremo insieme valutare l'esito del voto referendario, evitando di politicizzare oltre misura il giudizio degli elettori che attiene valori decisivi e assimilabili nei programmi dell'intera coalizione».