Chiese vuote, i cattolici scelgono la gita fuori porta
Ma nonostante nelle chiese della capitale non si sia sentito alcun accenno, nella domenica di ieri, a riguardo del referendum parzialmente abrogativo della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, i cattolici romani sembrano avere le idee chiare. La linea sposata da tutti, infatti, è quella di astenersi e, nel caso si verifichi che i votanti nel corso delle ore diventino numericamente rilevanti e capaci di raggiungere il quorum necessario per far approvare il referendum, i cattolici «saranno mandati» in massa dentro ai seggi per votare no. Ieri mattina, comunque, dalla finestra del palazzo apostolico, papa Joseph Ratzinger ha rispettato il silenzio che la legge italiana chiede fino a votazioni terminate e così, almeno in linea generale, hanno fatto i parroci della capitale. Fuori dalle chiese, erano stati anche parzialmente rimossi i volantini del Comitato Scienza & Vita che nei giorni scorsi i sacerdoti romani avevano distribuito ai fedeli per spiegare loro la scelta del non-voto. Comunque, ieri mattina, per la Santa Messa domenicale non c'erano tanti fedeli nelle chiese romane. La maggior parte di essi, infatti, sembrava ieri aver scelto la gita fuori Roma nonostante il tempo incerto. Nella periferia nord della città, ad esempio, nella parrocchia di San Cipriano in via di Torrevecchia, il parroco monsignor Aldo Grassi durante la santa messa delle 11 si è trovato a parlare davanti a pochi fedeli. La sua omelia è stata una riflessione sul Vangelo della domenica, senza altre divagazioni. All'uscita della Messa, una ragazza campana, Rosalia, a Roma per motivi di studio, dimostra di conoscere bene i quattro quesiti sul referendum e afferma senza tentennamenti la sua decisione di non andare a votare perché condivide le parole di Benedetto XVI quando il 31 maggio scorso disse che «l'uomo non può essere mai ridotto a mezzo, ma è un fine». Oltre a Rosalia, anche altri fedeli hanno detto di non andare a votare. «Troppo complicati i quesiti del referendum — dice una signora a Messa terminata — io mi fido della Chiesa e non darò il mio voto». Da nord a sud, e precisamente nella parrocchia Santa Maria Ausiliatrice in zona Tuscolana, il copione si ripete. Il parroco don Claudio De Portu tiene un'omelia anch'essa di commento alla Scrittura domenicale. Simona, insegnante romana con tre figli piccoli, dice di aver deciso di astenersi e che domani, se si accorgerà che i votanti saranno tanti, andrà a votare quattro «grossi no». «Sono pronta a votare quattro no — spiega Simona — nel caso in cui mi renda conto che il quorum stia per essere raggiunto». Nelle basiliche romane, da San Pietro a Santa Maria Maggiore, da San Paolo Fuori le Mura a San Giovanni in Laterano, la domenica si è svolta come da consuetudine. Tanti i turisti presenti, frequentate le Sante Messe. Anche qui nessun accenno ai temi referendari. E del resto, ormai, la posizione del Papa e della Chiesa è risaputa. Certo, Benedetto XVI non ha mai chiesto direttamente di astenersi ma le sue stoccate in difesa della vita e in favore della campagna promossa dai vescovi italiani per il non-voto, è stata del tutto capita dai fedeli e anche accettata.