Un sms agita i referendari
Un semplice promemoria che, però, fece letteralmente «imbufalire» l'opposizione che accusò la maggioranza di voler scongiurare, con un abile trucco, l'eventuale astensionismo del proprio elettorato. Oggi, a parti invertite, la storia si ripete. A chiedere il messaggino sono proprio alcuni dei partiti che protestarono lo scorso anno mentre il ministro Carlo Giovanardi, che allora lo difese, oggi ritiene che non lo si possa inviare. Ieri, il comitato nazionale per il Sì al referendum ha inviato una diffida al ministro dell'Interno affinchè sia data piena attuazione alle legge numero 150 del 7 giugno 2000 utilizzata già in passato per inviare gli sms in occasione di appuntamenti elettorali. «Finora non abbiamo avuto nessuna risposta ufficiale - ha detto Lanfranco Turci - solo qualche promessa di incontro con Berlusconi». Vada come vada il comitato parlamentare ha comunque predisposto un proprio messaggio che dovrà utilizzare una «catena di solidarietà e amicizia». «Domenica e lunedì - dice il messaggio preparato - vai a dirgli 4 sì e giacchè glielo dici manda sms a 10 amici». Anche il segretario Ds Piero Fassino ha invitato il ministro Pisanu «nella sua responsabilità, a usare tutti i mezzi possibili per informare i cittadini, compresi gli sms». Il leader dei Ds ha aggiunto che troverebbe «una grave manifestazione di insensibilità istituzionale e di asimmetria se non lo si facesse». Immediata la replica di Carlo Giovanardi. «Il governo non può e non deve intervenire con invio di sms - ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento - in occasione di una consultazione referendaria nella quale ormai è chiarissimo che il non voto è una delle opzioni legittimamente esercitabili». Sulla stessa lunghezza d'onda il leader dell'Udeur Clemente Mastella. «Non ho mai visto un governo inviare Sms per un referendum - spiega Mastella - Non capisco perchè in questa circostanza bisognerebbe farlo: non ci sono motivi nè tecnici nè costituzionali per una scelta del genere». Puntuale la risposta di Turci: «Non è l'unica cosa che Mastella non capisce». Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario dei Verdi Alfono Pecoraro Scanio. «Pare che il governo non voglia mandare l'sms per ricordare ai cittadini che domenica e lunedì si vota, come invece fatto in occasione delle europee parlando di campagna di informazione. Se la motivazione è questa, delle due l'una: o si mandano i messaggi anche per il referendum, oppure si riapra formalmente l'inchiesta contro Berlusconi ed il ministero dell'Interno per aver inviato gli sms in occasione delle precedenti elezioni»