«È il leader, sbagliato
Il segretario del Pdci ne ha parlato commentando i dati del sondaggio del Sole 24 ore che darebbero la lista del Professore ad un virtuale 18% e la dichiarazione del diretto interessato che, interpellato ieri a piazza Santi Apostoli, non ha escluso del tutto l'ipotesi che ciò possa verificarsi. «Trovo la cosa un po' bizzarra — ha affermato Diliberto a Montecitorio — e lo dico senza polemiche, perché nel centrosinistra ce ne sono già troppe». «Prodi — ha continuato — è il capo di tutti e il giorno in cui decidesse di fare una sua lista, diverrebbe il capo di quella lista e non più di tutta la coalizione». Difficile insomma, per il segretario del Pdci, che la lista del Professore possa rappresentare un valore aggiunto per l'alleanza. «Sarebbe solo un rimescolamento di carte all'interno dell'Unione non sono voti che va a prendere a destra. Quelli sì che sarebbero un valore aggiunto. Così porterebbe via i consensi a Ds e Margherita». «Ci credo molto poco — prosegue il segretario del Pdci — che un elettore del centrodestra possa votare per una lista prodiana che è in antitesi con le posizioni della Cdl». Diliberto non crede tuttavia che, qualora Prodi decidesse di fare il grande passo, decadrebbe automaticamente la sua leadership. «Non penso ci sia un automatismo dico solo che se lui divenisse il capo di una lista, la forza che gli deriva dall'essere leader di tutti verrebbe sicuramente indebolita». Non mette assolutamente in discussione la leadership di Prodi neppure Fausto Bertinotti: «È indiscutibile, e lo sarebbe anche se Berlusconi facesse venir meno la sua guida. Le elezioni si vincono con Prodi perché la crisi del sistema politico di Berlusconi è irreparabile. È il disfacimento totale dei ceti dirigenti della sua alleanza politica, perché Berlusconi svolge una funzione di supplenza, copre il fallimento in genere della politica». Tuttavia, ha aggiunto il segretario di Rifondazione, le primarie nel centrosinistra sono necessarie «per dotare il leader di un consenso che venga dal popolo, e quindi costruire una dimensione dell'alleanza che sta al di sopra dei partiti». Anche il presidente dei deputati Ds, Luciano Violante ha ribadito che «Romano Prodi è certamente il candidato premier del centrosinistra», invitando il centrosinistra a «conciliare la scelta della Margherita con la necessità di dare un messaggio di unità al Paese. Prima dell'estate questa questione deve essere chiusa, anche se i sondaggi ci danno ancora avanti di 5-6 punti». Violante ha ricordato che «il centrosinistra vince ininterrottamente dal 2002 perchè siamo uniti. La fase che stiamo attraversando adesso riguarda una quota minima di seggi, il 25% della Camera, ma non credo che questa questione incida sull'atteggiamento dell'elettorato».