Il Papa: «Astenersi da ciò che è odioso a Dio»

Per il Papa, infatti, soltanto chi coltiva nella propria vita un sano «timore di Dio» (termine che non evoca nel cristianesimo paura e terrore ma semmai adesione genuina e operosa a Dio liberatore), soltanto chi si dimostra così «sapiente» da accettare che la propria vita sia, dal suo inizio alla fine, nelle mani di Dio, può essere in grado «di astenersi da tutto ciò che è odioso a Dio». Astenersi, dunque, dal fare alcunché «senza avere domandato consiglio». Soltanto chi comprende che la propria vita consiste nella dipendenza da Dio creatore può accettare di non andare contro ciò che Lui ha predisposto, può accettare di non manomettere la natura così come Dio l'ha voluta, può chinarsi di fronte all'evidenza che la vita è donata e non si può fare ciò che pare e piace. E quindi, in estrema sintesi, è soltanto chi ammette di essere voluto da Dio e di dipendere da Lui che può non sentire le parole della Chiesa in merito al referendum come un'ingerenza e una intromissione inammissibile. «Cosa è principio di sapienza se non astenersi da tutto ciò che è odioso a Dio?» ha detto ieri mattina il Papa commentando il salmo 110 davanti a 35 mila persone. «E in che modo uno può astenersene, se non evitando di fare alcunché senza aver domandato consiglio?» Dipendere da Dio, ha detto Benedetto XVI parlando per un momento a braccio ai suoi fedeli, è «considerare anche i lati positivi dell'esistenza e dell'esperienza umana». «Noi vediamo più facilmente gli aspetti negativi della nostra vita, il salmo ci invita invece a vedere anche aspetti positivi, le cose buone che ci capitano, e trovare così il sentimento della gratitudine, perché solo un cuore grato può celebrare degnamente la liturgia della gratitudine che è l'eucaristia». Soltanto un cuore grato e sapiente, dunque, può riconoscere «quel legame intimo che vincola Dio al suo popolo e che comprende una serie di atteggiamenti e gesti». Un legame, quello con Dio, che porta naturalmente il credente a pregare e cioè a vivere «la contemplazione del mistero di Dio e delle meraviglie che egli opera nella storia della salvezza». «Oggi sentiamo molto vento - ha detto il Papa all'inizio dell'udienza togliendosi la papalina che altrimenti sarebbe stata destinata a volare via -, il vento forte nella sacra scrittura è simbolo dello Spirito Santo, e speriamo che lo Spirito Santo ci illumini adesso, mentre meditiamo il salmo 110». Dio, ha ricordato poi il Papa, è misericordioso e pietoso, e «la pietà è la grazia divina che avvolge e trasfigura il fedele, mentre la tenerezza è espressa nell'originale ebraico con un termine caratteristico che rimanda alle viscere materne del Signore, ancora più misericordiose di quelle di una madre». Al termine dell'udienza, Benedetto XVI ha salutato «con grande cordialità e gioia» i fedeli italiani presenti numerosi in piazza. «Sento il vostro fervore, grazie», ha detto il Papa.