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Fassino plaude ma l'Udeur critica

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«Credo sia una posizione corretta», afferma il segretario dei Ds Piero Fassino. «C'è il massimo rispetto per posizioni come quelle che esprime la Chiesa, ma il compito dello Stato non è quello di sposare nè un credo religioso, nè una convinzione filosofica, nè un principio etico: il compito dello Stato è mettere a disposizione dei cittadini delle leggi che consentano a ciascuno di essere libero nelle proprie scelte di vita». «Gianfranco Fini -fa eco il presidente dello Sdi Enrico Boselli- ha espresso una posizione che va valutata molto positivamente. Non si tratta solo della sua scelta di andare a votare ma anche del fatto che il presidente di An si ispira ad una concezione che rispetta il pluralismo e fa proprio il principio di tolleranza». «Fini - aggiunge il senatore Ds Lanfranco Turci, del comitato promotore dei referendum - ha dimostrato di essere un politico di spessore. La coerenza e la fermezza con cui ha ribadito la sua posizione sulla procreazione assistita e sui referendum di domenica prossima, confermano la sua statura politica». Non tutti però nel centrosinistra difendono il ministro degli Esteri. Polemizza con lui chi, come i Popolari-Udeur, ha scelto la via dell'astensione. «Fini è libero di fare le sue scelte per posizionarsi sul fronte politico che più gli conviene -si legge in una nota diffusa dal partito di Clemente Mastella- ma eviti accenti moralistici e soprattutto, con la trave che si trova negli occhi, non guardi la pagliuzza in quelli degli altri. Per quanto ci riguarda, anche se non la condividiamo, rispettiamo la decisione di chi andrà a votare ma non accettiamo che proprio Fini accusi di opportunismo e calcoli politici chi, astenendosi, ritiene che un bene prezioso come la vita umana non possa essere deciso schematicamente da un sì o da un no».

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