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Guttuso e il casco iracheno gli amuleti di Curzi

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Un quadro sul Vietnam nella stanza che era di Alberoni. E altri vengono «deportati»

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Situata accanto a quella (vuota) della presidenza. Intorno, scatoloni stracolmi di libri ancora da sistemare sugli scaffali, e tanti altri «gioielli» di Curzi, come il casco da combattimento del soldato iracheno che si arrese alle truppe del Tg3 nel corso della prima guerra del Golfo nel 1991. Vicina a quella di Curzi la stanza che fu di Marcello Veneziani, quasi pronta per il l'unico consigliere donna Giovanna Bianchi Clerici con anticamera e comoda stanza da bagno. Spoglie quasi le altre stanze dei nuovi inquilini che solo da ieri hanno computer e telefoni allacciati. Mentre un vero gioiello è la nuova stanza riunioni (ingrandita da 3 a 4 moduli) per 22 persone sedute attorno al tavolo super tecnologico. Davanti quattro mega televisori al plasma nuovi di zecca, a destra e, a sinistra, un enorme schermo cinematografico. I consiglieri della Rai chiedono a gran voce che venga loro dato il presidente atteso e ancora mancante, ma intanto si insediano oggi a tutti gli effetti e arredano le loro stanze al settimo piano, nonostante sulle teste di alcuni di loro penda ancora la possibilità di «incompatibilità» per doppio incarico. «Il consiglio di amministrazione della Rai, con un atto ufficiale, solleciterà il ministro dell'Economia Siniscalco affinchè proceda a convocare una nuova assemblea che indichi il nome del presidente di Viale Mazzini», annuncia il consigliere anziano Sandro Curzi, detto da tutti «il reggente». Intanto altri del settimo piano vengono deportati per far posto ai «nuovi». Franco Di Loreto andrà nella stanza di Roberto Sergio, che a sua volta occuperà quella di Alberto Contri. Mentre Giancarlo Leone è stato spostato in quella del capo unità al Quirinale Giovanni Garofalo. Sfumata la possibilità che il consiglio nomini il presidente, visto che Monorchio è stato già bocciato dalla Vigilanza, all'ordine del giorno della riunione, convocata per le 18, dopo un preconsiglio mattiniero, resta la relazione del direttore generale Flavio Cattaneo, che così avrà occasione di conoscere i consigleri e illustrare i buoni risultati degli ascolti. «Dobbiamo definire le proposte da fare a Cannes agli investitori pubblicitari chiudendo così il discorso sul palinsesto autunnale», racconta Curzi, già da sei giorni facente funzioni di presidente con grande vitalità e iniziativa. Al punto da solleticare la fantasia di qualcuno che costruisce un romanzo sull'eventuale rivalità tra il consigliere anziano del CdA Rai e il candidato principale Petruccioli. Formale o informale, secondo Il Velino rimane il fatto che la riunione del Cda Rai non sarà vista di buon occhio da Petruccioli. Il presidente della Vigilanza è convinto che il consigliere anziano Sandro Curzi stia violando il dettato della legge Gasparri e del codice civile: il Cda non dovrebbe nominare il presidente della Rai prima dell'avallo della Vigilanza. E poi, visto che Petruccioli è tornato ad essere il presidente in pector, magari queste prime riunioni vorrebbe presiederle lui. Il senatore diessino, però, digerirà il rospo. Solo una volta arrivato a viale Mazzini, sarà tempo per la resa dei conti. Giu.Cer.

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