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di NICOLA IMBERTI STAVOLTA l'ha fatto grossa.

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Al leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio non è piaciuta la «predica» di Francesco Rutelli su non voto e programma. «È inaccettabile - dice - anche perché se veramente il programma dell'Ulivo dice questo, perché non ce l'ha ricordato quando abbiamo votato la legge 40 in Parlamento?» Forse perchè allora non doveva combattere la sua guerra personale con Romano Prodi? «(ride) Sta forse insinuando che, con questa uscita, Rutelli si sia candidato come possibile leader dell'Unione?» Beh, è un pensiero che ha toccato molti. Maurizio Gasparri, ha addirittura parlato di una formazione neocentrista. «Io non credo che questa sia la vera intenzione di Rutelli anche perché, se così fosse, per candidarsi a leader di una nuova formazione neocentrista dovrebbe uscire dall'attuale sistema bipolare. Non vedo le condizioni politiche per la costruzione di un grande centro. Il bipolarismo è valido e forte». E se mirasse alla leadership dell'Unione? «Beh, se intende concorrere alle primarie faccia pure. Noi abbiamo sempre detto che non erano necessarie perché Romano Prodi è il candidato del centrosinistra. Le elezioni regionali sono state le vere primarie: Prodi le ha vinte Berlusconi le ha perse. Non a caso il centrosinistra ha un leader mentre la Cdl arranca. Se, però, qualcuno chiede un confronto sulla leadership non vedo cosa ci sia di male». Se non sbaglio l'ultimo a chiedere le primarie è stato lo stesso Prodi? «Io credo che lo abbia fatto perchè sa che da un confronto così il centrosinistra uscirà rafforzato. L'Unione è una formazione di centrosinistra, non possiamo trasformarci in una coalizione di centro». Quindi, in uno scontro Rutelli-Prodi i Verdi appoggerebbero il Professore? «Se la sfida è tra una linea centrista e Prodi chiederò ai Verdi di sostenere Prodi perché dobbiamo fare argine attorno a quello che io considero il candidato unitario del centrosinistra». E se la sfida fosse tra Bertinotti e Prodi? «Bertinotti ha fatto un discorso logico. Se si fanno le primarie Prodi non può essere l'unico candidato, quindi mi presento anch'io. A quel punto, se le primarie si trasformano in un gioco al massacro, valuterò la possibilità di candidarmi come rappresentante della linea dei Verdi». Comunque, a parte il discorso sulla leadership, anche la lista unitaria non gode di buona salute? «Noi abbiamo sempre sostenuto la lista unica anche nel proporzionale. Tra l'altro, 60 seggi rispetto ai 700 dell'uninominale sono comunque una parte marginale. Credo che è inutile trasformare il proporzionale nel teatrino di una "finta conta". I cittadini, infatti, sono interessati alla vittoria del centrodestra o del centrosinistra e non al fatto se la Margherita prende l'1% in più o in meno. Noi dobbiamo puntare alla massima unità per vincere la vera sfida che è quella dell'uninominale». Prima, però, bisogna uscire dall'impasse generato dallo scontro interno alla Margherita. «Da questo impasse si esce solo con la politica. Dobbiamo definire delle regole comuni di lavoro e poi scrivere insieme il programma. Occorre dar vita a luoghi dove le differenze rimangono differenze e non si trasformano in strappi. Costruiamo questi luoghi». E se Rutelli passa sull'altra sponda? «Io non credo che questa sia la volontà di Rutelli. Piuttosto credo che lui, oggi, voglia intercettare quella parte di elettorato che interpreta come indeciso. Certo, ci sono delle tentazioni. Gli apprezzamenti di Bondi e degli altri, generano qualche sospetto. Ma credo che siano solo uscite strumentali».

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