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Matteo Colaninno «Allarme recessione»

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Va giù duro Matteo Colaninno, alla sua prima grande uscita da presidente dei giovani industriali, alla convention della sua associazione. Anzi, Colaninno junior non esita a parlare apertamente di «recessione» e si appella alla copertina dell'Economist di metà maggio che parlava dell'Italia come del «vero malato d'Europa». E proprio per questo Colaninno fa un solo strappo alla regola e invece di leggere la relazione, annuncia di aver parlato poco prima con il ministro dell'Economia, Domenico Siniscalco, che gli ha promesso «nuove misure a sostegno della competitività». Il presidente dei giovani industriali spiega chiaramente che «serve una terapia d'urto». E sottolinea che «è urgente e necessaria molto più articolata e incisiva, sualla scia dei provvedimenti già adottati in Francia e Germania». E propone di realizzare anche in Italia, come a Parigi, un'agenzia per l'innovazione che finanzi progetti di sviluppo nel settore high tech, favorendo partnership tra pubblico e privato. Sottolinea poi che «l'Italia non ha una strategia-Paese per la Cina, l'India, il Brasile e la Russia: ovvero per i mercati che nei prossimi anni guideranno lo sviluppo mondiale. Chi sarà dentro questi mercati correrà con loro, beneficiando del loro tumultuoso sviluppo: chi sarà fuori, sarà destinato ad un inevitabile declino economico». E se la prima parte della relazione del successore di Anna Maria Artoni è stata tutta dedicata alla difesa delle «imprese di famiglia, vero motore dell'economia italia», l'ultima è dedicata all'autocritica, quella che forse è mancata a Montezemolo: «Dobbiamo combattere anche al nostro interno l'evasione fiscale - spiega Colannino jr - l'evasione fiscale e il sommerso: fenomeni comuni ai Paesi avanzati, ma che in Italia continuano ad avere proporzioni gigantesche e rappresentano il freno più rilevante alla crescita economica del Paese». E conclude: «Sommerso e nero sono competizione sleale». F. D. O.

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