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Giovanardi pronto a contendere a Follini la segreteria

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Il diretto interessato non commenta le voci che stanno circolando su di lui, e si limita a definire «prematura» questa ipotesi. Ma nell'Udc se ne parla, inserendo questa ipotesi nell'ambito di un nuovo pressing che Silvio Berlusconi avrebbe in animo di portare avanti su Via due Macelli, con lo scopo di ridimensionare il ruolo dei post-Dc nella Cdl. A far scattare l'allarme sarebbe stata un'espressione usata dal premier, giorni fa, per rimarcare la sua tenacia nel portare avanti il progetto del partito unico del centrodestra. Quel «a settembre chi ci sta ci sta» è stato letto in alcuni ambienti centristi come un'autentica apertura delle ostilità, e questo proprio alla vigilia del secondo congresso nazionale del partito. In altre parole, la si è vista come l'offerta di una sponda ad una scissione del partito di Casini e Follini, che avrebbe come logico effetto il ridimensionamento dei post-Dc, che si troverebbero costretti a confluire per forza nel nuovo partito unico. Del congresso si comincerà a discutere nella direzione di lunedì. In quella sede la maggioranza proporrà di convocarlo per i primi di luglio, mentre l'ala filo-berlusconiana chiederà un ennesimo slittamento, in autunno. La leadership di Follini non appare però in pericolo. Anche per il modo in cui il segretario ha gestito il delicato passaggio tra la crisi dopo le regionali e la nascita del Berlusconi bis, ottenendo l'appoggio della stragrande maggioranza del partito. Nella direzione che votò il ritiro dei ministri dal governo, si oppose solo Carlo Giovanardi. Ed è proprio lui che potrebbe presentarsi al congresso come alternativa a Follini per la segreteria, costituendo così una «testa di ponte» dentro l'Udc del nuovo Partito unico della Cdl. Inutile chiedere conferme all'interessato («è prematuro»), anche se poi Giovanardi dimostra di avere le idee molto chiare sulle prossime assise di partito. «Quello che posso dire - afferma Giovanardi - è che chiederò al Congresso di nominare un Consiglio nazionale che, in un secondo tempo, dovrà eleggere il segretario. Chiediamo democrazia? Allora cominciamo ad adottarla al nostro interno, abbandonando - conclude polemico con Follini - una guida gollista e presidenziale. Non si potrà più ripetere quanto è accaduto in Sicilia e nel Lazio, dove sono piombate sul territorio scelte assunte dal centro scavalcando i dirigenti locali». A Giovanardi non si attribuisce un consenso nel partito superiore al 20-25 per cento, ma alcuni suoi collaboratori sono certi che se dovesse arrivare, dopo il congresso, un appello di Berlusconi a confluire in un solo partito, il seguito del ministro per i Rapporti con il Parlamento potrebbe crescere, dando vita ad una scissione di dimensioni ragguardevoli. Ma Lorenzo Cesa, europarlamentare vicinissimo a Follini e a Casini, ostenta sicurezza: «Non temiamo incursioni di sorta da parte di nessuno».

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