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Prodi: «Io leader? Discutiamone»

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Da Creta, dove è in vacanza, Romano Prodi rientra con forza nel dibattito interno all'opposizione e all'Ulivo, rilanciando l'ipotesi delle primarie per scegliere il candidato premier e mostrando di non voler rinunciare al progetto della federazione e della lista unitaria. «Quello che ho in mente, e che ho sempre avuto in mente - spiega con un intervento sul suo sito internet - non è un gruppetto di fedelissimi che si aggiunga ad altri gruppi nella gara a chi è meno piccolo. Penso, invece, a una grande forza politica e a un grande gruppo parlamentare che, con la qualità delle proprie proposte e con la propria forza numerica, sia al servizio dell'unità e della stabilità dell'intera coalizione». Il leader del centrosinistra ribadisce quindi che il soggetto che ha in mente dovrà essere presente sulla scheda elettorale. La considerazione da cui parte il Professore riguarda le sfide che attendono l'Italia, «il grande malato d'Europa», che per guarire ha bisogno di scelte forti e decisive. «Per rimettere in sesto il Paese - avverte - per mettere ordine i conti pubblici e far di nuovo correre le nostre imprese, si imporranno decisioni radicali. Esse saranno accettate solo se il loro peso sarà proporzionato alla robustezza delle spalle che lo dovranno sostenere». L'ambizione è dunque quella di un programma alto e impegnativo, e questo obiettivo, riflette Prodi, ha bisogno di una grande forza politica che lo faccia proprio: «Questo è il significato del progetto che ho proposto a tutte le forze del centrosinistra. L'Unione e l'Ulivo sono necessari non solo per vincere le elezioni ma anche, e soprattutto, per poi poter prendere le decisioni di governo necessarie a fare uscire il paese dalla crisi che sta vivendo». Il leader del centrosinistra non vuole dunque rinunciare al progetto dell'Ulivo, inteso come un soggetto che garantisce forza e stabilità all'azione di governo. «Mai ho parlato di un partito unico, ma di una federazione», ribadisce, spiegando poi che è necessaria la presenza di questo soggetto nella scheda elettorale e «capace di parlare in Parlamento con una voce sola». Il Professore assicura che non sta pensando a un «gruppetto di fedelissimi che si aggiunga ad altri gruppi nella gara a chi è meno piccolo, ma penso a una grande forza politica e a un grande gruppo parlamentare». Da qui, dunque, un nuovo e forte appello all'unità dell'Ulivo, «pur nel rispetto assoluto delle decisioni prese e pur consapevole di una diversità di posizioni tra i partiti e dentro i partiti». Prodi vuole dunque andare avanti con il progetto della lista dell'Ulivo e chiede a tutti di rispettare le scelte. «In ogni caso - chiede infatti agli alleati - ognuno, individuo o partito, assuma le proprie decisioni e le propria collocazione, accompagnando il rispetto chiesto per la propria scelta a quello dovuto per le scelte degli altri. Così come siamo già riusciti nel passato, confido che anche oggi riusciremo a fare le nostre scelte in libertà e a risolvere i problemi delle singole forze politiche senza mettere in causa la nostra unità». Tutti, insomma, sembra dire il professore, rispettino le scelte altrui, anche quelle eventuali degli ulivisti dei Dl che volessero aderire alla lista dell'Ulivo. La sfida di Prodi non si ferma qui e arriva fino chiedere la riapertura di un dibattito sulla leadership: «Dobbiamo considerare anche l'eventualità - scrive - di riaprire un confronto aperto e collettivo sulla guida dell'Unione». Sorpresa, stupore e fastidio. A quanto si apprende, ai piani alti del Nazareno, sede della Margherita, così sarebbe stato accolto l'intervento di Romano Prodi sulla leadership del centrosinistra, sull'ipotesi delle primarie e sul rilancio della lista unitaria dell'Ulivo. Sorpresa, riflettono i vertici dei Dl, innanzitutto perché ancora una volta si è scelto di inviare una missiva dall'estero in cui si indica la linea. In secondo luogo perché si nota con un certo fastidio un nuovo rilancio della discussione tutta interna e sugli assetti, che tra l'altro non tiene conto delle

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