Le urne? Meglio un tour gastronomico
Una visita al pastificio Columbro a Fano dove si producono pane e pasta con metodi tradizionali
Smisurata passione per la pasta, il prezioso aiuto della moglie Iris, parte dell'abitazione trasformata in laboratorio, due piccoli mezzi furgonati per rincorrere il sogno. Si potrebbe affermare: «Ecco come nasce un pastificio artigianale». In questi trent'anni di attività, Acrisio, ora coadiuvato dai figli trentenni Andrea e Rosario, non ha mai tradito le aspettative e i principi originari, a partire da quella accurata ricerca di materie prime di qualità legate al territorio marchigiano: ecco così le uova provenienti da allevamenti locali e la selezione di grani duri ad alto valore proteico (le Marche sono il secondo produttore italiano dopo la Puglia). Due le linee storiche di pasta proposte: una all'uovo, denominata «Iris», che comprende tagliolini soffici, fettuccine, bavette e pappardelle. Pronta per essere assaporata dopo soli 3 minuti di cottura, trafilata in bronzo, viene prodotta con un lento processo di essiccazione (10 ore) a una temperatura di 50 gradi. Accanto c'è da gustare anche la linea di semola, ottenuta da grani coltivati esclusivamente in terra marchigiana. Essiccazione per 36 ore in celle statiche e trafilatura in bronzo. Sono alcuni dei segreti di pennette, conchiglioni, paccheri, rigatoni e spaghetti, validissimi nell'assorbire sughi e condimenti. Ma una visita al loro pastificio vale la pena anche per scoprire altre due chicche, nate dalla collaborazione col cugino Marco Columbro, noto anchorman televisivo recentemente sceso in campo anche nel settore agroalimentare: in primis la linea di pasta al kamut e al farro (ideale per diete e intolleranze alimentari), ottenuti da varietà originarie di grano mai modificate, e quella di grano duro biologica. Merita poi l'assaggio quell'olio extravergine d'oliva biologico che Marco produce in Toscana, esattamente in Val d'Orcia, secondo i precisi dettami di questo tipo di coltivazione (biologico) che è già garanzia di genuinità. Bravo Marco!