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Lo stipendio più alto? Montezemolo perde in volata con Ruggiero

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Incuranti di tutto o di tutti continuano a percepire stipendi milionari (o miliardari se preferite il vecchio conio). Basta indagare sui compensi 2004 di 188 tra presidenti, amministratori, direttori generali e, perché no, semplici consiglieri, delle blue chip italiane (i titoli più importanti quotati in Borsa) per capire che le lacrime, laddove ci sono, sono sicuramente «lacrime di coccodrillo». Tra di loro, infatti, 112 sono miliardari, cioè hanno guadagnato di più o esattamente il corrispettivo di «un miliardo del vecchio conio». Sessantaquattro di questi hanno percepito uno stipendio superiore al milione di euro e 32 hanno superato (alcuni doppiato o triplicato) il tetto dei 2 milioni di euro. Ecco i nomi. La top ten del manager più pagato vede in testa Riccardo Ruggiero, amministratore delegato di Telecom Italia con 7.322.000 euro seguito ad un'incollatura dal presidente di Fiat, e di Ferrari, e di Confindustria e chi più ne ha più ne metta, Luca Cordero di Montezemolo (7.214.400). Più distanziato il resto della truppa. A 5.923.000 euro si ferma Marco Tronchetti Provera che, però, somma gli emolumenti ricevuti come presidente di Pirelli & c. e di Telecom Italia. Segue il vicepresidente di Pirelli & c. Carlo Puri Negri (5.380.000) e, a soli 3.000 euro di distanza l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo. Pier Luigi Montani, ad di Banca Antoveneta, brucia sul filo di lana il suo omologo di Mondadori Maurizio Costa (4.245.000 contro 4.225.900). Chiude un terzetto composto da Sergio Marchionne (ad Fiat 3.733.200 euro), Giulio Del Ninno (ad Edison 3.710.000) e Carlo Orazio (ad Telecom Italia 3.403.000 euro). Per ovvi motivi restano fuori da questa speciale classifica due top manager che, nel 2004, hanno lasciato le loro posizioni, ricevendone in cambio una congrua liquidazione. Si tratta di Maurizio Romiti, ex amministratore delegato di Rcs mediagroup che ha chiuso l'anno incassando 16.773.000 euro, e di Giovanni Ferrario, ex ad di Pirelli & c. (17.743.000 euro). Guardando invece la classifica al contrario, la top ten dei più «poveri» vede piazzarsi, nelle prime tre posizioni, Carlo De Benedetti e Matteo Cordero di Montezemolo (entrambi hanno guadagnato 20.000 euro come consiglieri della Banca Intermobiliare di investimento e gestioni) e, poco sotto, Alessandro Benetton, consigliere di Autogrill (44.200 euro). In realtà, evitando le dovute somme, il terzo classificato sarebbe nientepopodimeno che Luigi Abete che ha guadagnato 31.000 euro come consigliere della Tod's. Peccato che il presidente di Bnl abbia ricevuto per questa sua seconda attività 637.790,84 euro. Ma torniamo ai ricconi, alla testa della graduatoria. E veniamo alle 10 blue chips d'oro. A giudicare dagli stipendi l'azienda chi vince la palma del «posto dove tutti vorrebbero lavorare» è sicuramente Pirelli & c. La società, infatti, nella cerchia dei 32 bi-milionari d'Italia piazza ben sei persone (oltre al presidente Tronchetti Povera e al vicepresidente Puri Negri, i direttori generali Valerio Battista, Claudio De Conto, Francesco Gori e l'ex ad Ferrario). Seguono Telecom Italia con il bis di Tronchetti Provera, gli ad Buora e Ruggiero e il direttore generale Giuseppe Sala. Terzi a pari merito con l'accoppiata presidente-amministratore delegato: Fiat (Montezemolo-Marchionne), Edison (Quadrino-Del Ninno) e Capitalia (Geronzi-Arpe). Volendo realizzare un'analisi per settore gli uomini d'oro provengono, in maggior parte, da quello bancario (ben 9 sui primi 32 bi-milionari). Provenienza sparsa per i restanti 23. Vita difficile, poi, per chi ha scelto la formula «casa e bottega», o meglio «famiglia e bottega». Il più ricco è Luciano Benetton, presidente dell'omonimo gruppo con 1.600.000. Seguono Vittorio Merloni, presidente Indesit Company (1.385.644,77), il giovanissimo John Elkann, vicepresidente Fiat e co

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