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Consiglieri Rai incompatibili, scatta l'indagine

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La Camera apre un'istruttoria su Urbani, Malgieri, Rognoni e Bianchi Clerici ancora deputati

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Lo farà per la precisione subito dopo il referendum del 12-13 giugno. Salvo anticipazioni impreviste, infatti, la Camera dei Deputati e in particolare la Giunta delle Elezioni, che a Montecitorio si occupa di tutte le incompatitibilità, aprirà il fascicolo sul caso Rai per stabilire se i quattro deputati Giuliano Urbani (Fi), Gennaro Malgieri (An), Giovanna Bianchi Clerici (Lega) e Carlo Rognoni (Ds) appenna eletti consiglieri di amministrazione dell'azienda possono mantenere il doppio incarico. Insomma, se devono dimettersi subito dalla carica di «rappresentante del popolo» oppure possono mantenerla (insieme allo stipendio naturalmente) ed essere contemporaneamente amministratori dell'azienda di viale Mazzini. Il «nodo» del consiglio Rai è già all'esame dell'organismo ristretto che deve dirimere la controversia. Proprio perché, secondo il regolamento generale, tutti i deputati che accettano cariche «terze», devono comunicarlo entro trenta giorni al presidente della Camera. Al momento attuale, nessuna comunicazione è ancora pervenuta dai consiglieri al principale inquilino di Montecitorio, ma la situazione di transizione in cui vive l'azienda in questo momento di «costruzione» del suo nuovo vertice, può essere una giustificazione per allungare un po' i tempi. Insomma, si sta osservando un minimo di tolleranza. Sul nuovo vertice della Rai gravano poi altre istruttorie (intraprese e non) di incompatibilità. Quella nei confronti di Giuliano Urbani ex ministro dei Beni Culturali (incompatibile secondo norma con un incarico in un'azienda che produce «cultura») che terminerà a luglio e la possibilità, pare ormai sempre più remota, che con la scelta di un nuovo direttore generale come Alfredo Meocci, ex commissario dell'Authority, si apra un fronte di incompatibilità più grave, nonostante Meocci sia ancora un dipendente Rai. Insomma, un'altra tegola potrebbe abbattersi sulla Rai per mettere i bastoni tra le ruote. Se per i deputati che diventano membri di un consiglio Regionale l'incompatibilità scatta automaticamente e, dunque, devono dimettersi subito, per ciò che riguarda i membri del Cda Rai, il discorso, da quando è entrata in vigore le legge Gasparri, è cambiato. La legge infatti, non sancisce una vera incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di deputato. Dall'altra parte però è ancora in vigore la legge generale sulle incompatibilità, la 60 del 1953, che fornisce indicazioni valide su tutte le incompatibilità che si riferiscono ad incarichi presso enti di servizio pubblico. A differenza di Enrico Manca, che dovette dimettersi subito negli anni 80, dopo essere stato nominato presidente di viale Mazzini, (la legge di sistema allora in vigore lo prescriveva), oggi, con la Gasparri, le dimissioni dei quattro non saranno per nulla automatiche. La Giunta delle Elezioni valuterà accuratamente e indagherà sulle ragioni della posizione di Urbani, Malgieri, Bianchi Clerici e Rognoni e poi ne trarrà le conseguenze. In ogni caso, anche se saranno costretti a dimettersi, i quattro non verranno rimpiazzati con nuove elezioni. Gli eletti con l'uninominale non saranno sostituiti, mentre quelli eletti con il proporzionale lasceranno la poltrona al primo dei non eletti nello stesso collegio.

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