La Rai diventa succursale del Parlamento

Altro che vecchia lottizzazione da Prima Repubblica. Quello che sta per per essere varato nel suo complesso è il vertice Rai più politicizzato della storia. La maggioranza dei suoi componenti infatti, non sono manager d'azienda, professori o specialisti della Comunicazione, ma parlamentari, senatori e deputati. Tutti o quasi. Urbani, Malgieri, Bianchi Clerici, Rognoni e ora Petruccioli. Ma anche Curzi e Rizzo Nervo è come se lo fossero, visto che dirigono giornali di partito. E davanti a questo ramo del Parlamento trasferito di peso al settimo piano di viale Mazzini, in quelle cinque camere con bagno e quattro senza, che ti chiede Prodi? Che il direttore generale sia, anche lui, un parlamentare dell'Unione, magari vicino a lui. Altrimenti meglio mandare tutto all'aria. Pure se non c'è scritto da nessuna parte che deve deciderlo lui. Pure se la legge dice che è prerogativa del Consiglio «scegliere» il dg. E lo scandalo nello scandalo è che proprio il presidente ds doc che sarà indicato dal Siniscalco insieme ad Angelo Petroni, rischia di essere silurato dai suoi stessi compagni di partito. Mentre la Cdl lo voterebbe compatta. Paradossi della politica e del clima avvelenato da veti e protagonismi che regna nell'Unione, che non è mai stata disunita come adesso. Oggi la Vigilanza espirimerà il voto sul presidente dalle 19 alle 21 e mercoledì dalle 8,30 alle 13. La commissione deve infatti dare il suo parere con maggioranza a due terzi sul presidente Rai che verrà indicato dal ministro dell'Economia all'assemblea dei soci Rai alle 14. Anche il nuovo Cda è convocato alle 16 in viale Mazzini. Ma da giorni sulla presidenza Petruccioli si sono addensate nuvole nere. E ieri dopo alcune avvisaglie, di burrasca si è rifatto vivo Prodi affermando che la Cdl «intende procedere unilateralmente alla nomina del direttore generale della Rai». «Prodi vuole riconquistare posizioni e ristabilire la sua egemonia sulla Rai», sottolinea subito Giorgio Lainati (Fi). Parlando a nome dell'Unione, quando sembra non essere più il suo leader, Prodi provoca una reazione a catena e anche Ds e Margherita si mobilitano temendo di venir fatti fuori dalla partita. Ufficialmente infatti Prodi è difeso a spada tratta. Ma sotterraneamente la Quercia, e figuriamoci la Margherita, non ne possono più dei personalismi del Professore. E così, la minaccia di boicottare Petruccioli, si concretizza in una serie di riunioni convocate per oggi. Alle 12 si dovrebbero vedere i Ds, con Piero Fassino, alla Camera. Alle 13 la riunione della Margherita. Alle 14 poi dovrebbe seguire il vertice dell'Unione per un documento comune.