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Gli «atei devoti» per il no

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Non credono, ma lottano al fianco della Chiesa

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Fu proprio lui a chiamare alle armi tutti i «laici di buona volontà». Gente che non si rassegna a vedere tutto come un problema religioso. «Non è in questione la religione - scrisse Ferrara parlando della legge 40 -, che pure ha diritto di esistere e di farsi sentire. È in questione una elementare riflessione civile sul mondo e sull'umanità nell'epoca della scienza dispiegata». La guerra, quindi, è innanzitutto guerra culturale, battaglia di ragioni. Su questa strada, Ferrara ha incontrato, fin da subito, il presidente del Senato Marcello Pera, ma anche tantissimi altri «atei devoti» (più o meno noti) che tra uno sguardo a ciò che succede oltreoceano (in particolare dalla parti di Bush e dei suoi neo-con) e un festeggiamento per l'elezione di Papa Ratzinger, dalle pagine del Foglio, lottano contro i «bioetici faustiani». L'ultimo atto ieri, sulla prima pagina del quotidiano, la pubblicazione di un appello contro «l'eugenetica» firmato anche da Giuliano Amato, Piero Fassino, Francesco Rutelli e Livia Turco, una dimostrazione che la questione (anche quella politica) va ben oltre un «sì» o un «no» il prossimo 12 giugno. Comunque, dovendo schematizzare la formazione del fronte laico pro legge 40, i nomi in pole position sono sicuramente, oltre a quelli di Pera e Rutelli, l'ex deputato Pci Pietro Barcellona e il forzista Ferdinando Adornato che nell'ultimo numero del mensile Liberal ha addirittura lanciato un «manifesto di liberal per l'astensione». Sul fronte del femminismo storico, invece, sono scese in campo Anselma Dall'Olio (scrittrice e moglie di Giuliano Ferrara) e Eugenia Roccella (giornalista ed ex leader del Movimento di liberazione della donna). Estremamente nutrita la pattuglia dei medici e dei professori universitari. Da Angelo Vescovi (ateo agnostico tra i maggiori esperti di cellule staminali) allo psicologo Claudio Risè, da Giulio Sapelli (intellettuale riformista di area Ds) a Carlo Secchi (ex rettore dell'Università Bocconi), da Antonio Baldassarre (presidente emerito della Corte Costituzionale) a Francesco Agnoli (docente di storia a Trento e studioso di filosofia della scienza). Senza dimenticare che tra i «simpatizzanti» milita sicuramente il professor Ernesto Galli della Loggia. Insomma tra citazioni di Jurgen Habermas, Jacques Testard (il «padre» scientifico della prima bambina francese nata da Fiv), Joseph Ratzinger e Romano Guardini, gli «atei devoti» marciano compatti verso il 12 giugno. Forse, al momento del voto, si divederanno (Giuliano Ferrara, ad esempio, voterà «no» mentre Marcello Pera si asterrà), ma la battaglia culturale iniziata oggi, siamo sicuri, continuerà anche dopo. Nel frattempo, alcuni di loro (Ferrara in testa), coltivano un sogno: arruolare nella loro truppa un «laico silenzioso». Silvio Berlusconi. N.I.

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