Fassino blocca Veltroni: «Dopo Prodi c'è Prodi»

«Per noi dopo Prodi c'è Prodi», afferma il segretario diessino e si prepara a mediare. «Il Paese ha bisogno di un governo forte, non mi lascio scoraggiare dalle difficoltà e dalle incomprensioni». È un Romano Prodi che vorrebbe essere determinato «ad andare avanti per unire» quello che a Palermo, alla luce dei travagli interni ai partiti del centrosinistra, cerca di mostrarsi più che mai convinto della bontà della sua proposta. Il Professore chiude i lavori e passa tutta la giornata a Palazzo dei Normanni a Palermo, entrando e uscendo dalla sala, sempre con il telefonino in mano. E continua a mettere a punto la strategia a breve-medio termine con i suoi collaboratori, tra un contatto e l'altro con Roma. Prodi parla di Europa, Asia e Mediterraneo e al termine convoca i giornalisti per sottolineare che bisogna «cogliere l'appello del capo dello Stato perchè il Paese possa riacquistare le energie con un'azione forte per la ripresa», criticando implicitamente l'ottimismo di Berlusconi sull' economia italiana. Ma con i giornalisti, il leader dell'Unione tiene anche a chiarire di aver voluto «riproporre la lista unitaria per dare vigore alla coalizione e rendere possibile affrontare e risolvere i problemi. Dal summit a porte chiuse di Frascati Rutelli si difende dalle polemiche. La politica litigiosa è destinata a raccogliere frutti modesti, dice. Il presidente dei Dl Francesco Rutelli guarda oltre la contingenza e chiede uno sforzo di immaginazione e di progetto. «C'è obiettivamente una necessità che riguarda la classe imprenditoriale, le forze sociali e la politica di non essere schiavi del presente, del contingente - sostiene - La politica che non riesce a dare le risposte per il futuro, risposte strategiche, all'Italia che già sta male, le cose non andranno meglio. Su questo c'è sintonia, ma non solo con gli industriali, anche con le forze sociali, le università, il mondo della finanza e l'associazionismo». Se Prodi va avanti e Rutelli non fa passi indietro, Fassino stoppa subito l'idea «Veltroni». «Siccome sui giornali leggo tante cose dico qui una cosa chiara: per i Ds c'è Prodi e dopo Prodi c'è Prodi». Piero Fassino parla della situazione dell'Ulivo all' Assemblea congressuale dei Ds di Roma che devono scegliere il nuovo segretario della Federazione e sgombra il campo da ipotesi di un cambio di candidato per la leadership del centrosinistra. Le sue parole vengono accolte da un lungo applauso. «Noi abbiamo scelto insieme a tutte le altre forze politiche Prodi e abbiamo investito su di lui e dobbiamo continuare a sostenerlo». «Secondo punto fermo - aggiunge il segretario dei Ds - è che l'apporto della Margherita al progetto ulivista è essenziale». «Il fatto che la Margherita abbia fatto delle scelte, che noi non condividiamo - sottolinea Fassino - non ci porta a ridurre la nostra attenzione verso questo nostro alleato. Semmai ci sollecita a lavorare perchè si verifichino quali sono i margini che ci consentono una composizione del contrasto».