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I centri si avvicinano e sognano il terzo polo

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Casini e Rutelli scompongono le coalizioni. Non solo Dc all'orizzonte, si fanno avanti anche i socialisti

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Le rispettive ali centriste dei propri schieramenti sbraitano, si fanno sentire, alzano la voce. Non ci stanno, insomma, a cedere il loro spazio così, sic et sempliciter, al più grandi. Infatti sia il centrodestra che il centrosinistra si preparano a varare rassemblement, riaggragazioni, federazioni di partiti. E sia il centrodestra sia il centrosinistra si trovano a combattere con i rispettivi partiti centristi, Udc da un lato e Margherita dall'altro, che oppongono resistenza. Che non vogliono cedere il passo, non vogliono entrare a far parte di un partitone più grande. E si ribellano. Spingono per restare autonomi, non vogliono essere inglobati. Ormai il processo di avvicinamento di Margherita e Udc ha compiuto un nuovo passo. Francesco Rutelli a sinistra e il duo Follini-Casini dall'altro hanno sempre più l'interesse a scompaginare i rispettivi poli per puntare a una nuova aggregazione, un terzo polo. Un terzo polo tra l'altro che non sarebbe soltanto una riedizione di una nuova Dc sotto mentite spoglie. Non sarebbe soltanto un'operazione per far resuscitare la Balena Bianca defunta ormani da tredici anni. No, probabilmente sarebbe qualcosa di più e di diverso. Non è un caso, infatti che anche nel mondo laico, anche qui di entrambi i poli, qualcosa si muove: «Viva Rutelli, speriamo che Prodi trovi difficoltà crescenti e che proceda il processo di disgregazione; la crisi della Fed è un sintomo dei problemi irreversibili di questo bipolarismo bastardo; siamo per un processo di scomposizione e ricomposizione», esulta Gianni De Michelis, leader del Nuovo Psi, in un'intervista del quotidiano online Affaritaliani.it «Credo - aggiunge - che la Germania darà l'esempio all'Italia. Siccome in Germania vedo la possibilità di un'evoluzione verso una Grosse Koalition, probabilmente questo suggerirà qualche idea anche agli italiani». Per De Michelis la leadership di Prodi «è sicuramente indebolita. Naturalmente questa è connessa a un bipolarismo che vedo in crisi. Certo, se saltasse del tutto, darebbe una buona mano nella direzione giusta». Sulla prospettiva di una riunificazione socialista, De Michelis dice che «a questo punto il progetto di unità socialista si allontana sempre più». «Per adesso Boselli mi sembra pervicacemente rivolto all'autodisastro, perché vedo che continua a sostenere Prodi e il prodismo. Bobo Craxi deve riflettere - conclude - perché si è completamente sbagliato nel pensare che Boselli fosse disponibile al progetto di unità socialista». E lo Sdi? Da giorni Boselli sembra essersi chiuso in un drammatico silenzio. Si è limitato a dire solo che il suo partito è favorevole alla lista elettorale proposta da Romano Prodi per il 2006. «Penso che l'appello di Prodi per far vivere l'Ulivo - ha osservato Boselli - sia un appello importante. Non è stato Prodi e non siamo stati noi a far correre il rischio che si chiuda l'esperienza dell'Ulivo. È stata una scelta, per carità legittima, ma io credo profondamente sbagliata, della Margherita. Mi auguro che questa scelta possa essere ridiscussa, ma oggi ci troviamo di fronte a un appello di Prodi, che chiede di far vivere l'Ulivo. E penso che questo sia un appello importante». Ma qualcosa si muove anche tra i socialisti.

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