Ulivisti in piazza contro «Francesco, er cicoria»
Manifestazione dei sostenitori della lista. Ma al sit in partecipa solo un'ottantina di persone
I Cittadini per l'Ulivo - persone che seguono il Professore da quando si formarono i primi comitati pro-Prodi nel 1995 - si sono infatti dati appuntamento sotto le finestre dello studio dell'ex presidente della Commissione europea, il quartier generale della Fed, per gridare a gran voce «Con Prodi, con l'Ulivo, per il bene dell'Italia». Il no al listone di Francesco Rutelli all'assemblea federale della Margherita ha avuto un vero e proprio effetto valanga sugli elettori ulivisti. Nessuno degli organizzatori lo ammette esplicitamente, ma il bersaglio della protesta è proprio lui «Er cicoria», come il leader della Margherita è stato ribattezzato dopo il discorso al Crowne Palace. Tanto che alcuni manifestanti portano delle buste piene dell'ormai famosa verdura, ma gli organizzatori della protesta storcono il naso. Ai cittadini il giorno prima era infatti arrivata una ben precisa raccomandazione. Romano Prodi in persona sul sito dell'associazione (www.cittadiniperlulivo.com) aveva lasciato un messaggio: «Mi aspetto che i cittadini sappiano manifestare il loro impegno in forme rispettose delle persone e delle loro posizioni politiche». E concludeva: «Atti che contraddicessero questa esigenza fondamentale sarebbero da me decisamente condannati». I cittadini sono dunque stati ben attenti. «Siamo qui per essere con l'Ulivo e non contro qualcuno», ripetevano ai cronisti. E per ribadirlo hanno scritto su di un volantino formato gigante: «C'è bisogno di Ulivo, c'è bisogno di unità». Uno degli organizzatori, Nicola Sensini del comitato di Melfi (Potenza), si appende al collo il manifesto e spiega: «Da lunedì lo faremo circolare in tutte le piazze d'Italia. Ne abbiamo già stampato 25 mila copie». Mentre Nicola parla, gli altri membri dell'esecutivo della Rete distribuiscono i volantini già stampati ai passanti. Ci tengono a ribadire che la protesta è stata «auto-organizzata». Sono ben disciplinati. Stanno tutti a sinistra del portone d'entrata dello studio di Prodi tenendo bandiere e stringendo uno striscione con il nome della loro associazione. Sono un'ottantina, arrivati da tutta Italia col treno. Qualcuno è in ritardo, come il coordinatore nazionale della Rete Massimo Cellai che spiega: «Finito di lavorare, sono subito corro a prendere il treno». Alle 15.30 è previsto l'arrivo dei segretari dei partiti. Il Professore è già sopra con il fidato Giulio Santagata. Il secondo ad arrivare è Arturo Parisi, il capo dei prodiani della Margherita. A lui i cittadini della Rete chiedono un saluto. Lui si ferma è dice «come no, vi faccio anche un sorriso». E poi li esorta: «Mi raccomando, unità». Di seguito Massimo D'Alema, Piero Fassino, Dario Franceschini, Antonio Bassolino, Enrico Boselli e Luciana Sbarbati. Quando arrivano Franco Marini e Francesco Rutelli, la folla che fino ad allora era stata sempre composta esplode e grida «Ulivo, Ulivo». Rutelli fa finta di nulla ed entra sorridendo. Marini, da vecchio sindacalista, cerca di avvicinarsi alla gente per mediare. Ma i cittadini per l'Ulivo non si lasciano ingannare: «Lo fa solo per farsi riprendere dalle telecamere», dice sottovoce qualcuno. Lui, la vecchia volpe democristiana, invece, se ne va quasi soddisfatto: «Sono bravi ragazzi. Ho parlato con loro e ne ho anche convinto qualcuno. Siamo tutti per l'Ulivo. La scelta della Margherita è stata fatta perché serve per battere Berlusconi e vincere le elezioni», arringa il vecchio sindacalista.