L'ECONOMISTA
A sostenerlo è Renato Brunetta, consigliere economico del presidente del Consiglio, che sostiene di «non condividere assolutamente l'allarme» espresso in molti ambienti su lo stato dei conti pubblici italiani. «Il dato è un prodotto della bassa crescita - ha detto Brunetta - e metà dei paesi europei si trova nella stessa situazione». Dunque, no alla manovra bis. «Bisogna invece puntare ai provvedimenti di rilancio dell'economia, a partire dal decreto sull'Irap, e proseguendo poi con il Dpef e la finanziaria». Brunetta torna poi sul comitato politico che dovrebbe affiancare il ministro Siniscalco. «Non esiste, il presidente Berlusconi ha parlato di un metodo. E del resto è ovvio che la maggioranza contribuisca a definire la linea di politica economica. Le valutazioni devono poi essere espresse dal governo nella sua collegialità e dal ministro nella sua autonomia. Del resto - ha concluso Brunetta riferendosi alle dichiarazioni del ministro per le Politiche agricole che sembra aver creduto all'ipotesi del comitato - Alemanno non ha mai mancato di far conoscere i propri punti di vista nè in sede di governo, nè in sede politica. Si continuerà così». Il vice coordinatore di Forza italia Fabrizio Cicchitto sottolinea che i dati Ocse «dimostrano che le difficoltà sul terreno della competitività dell'industria italiana non sono di oggi, ma risalgono molto indietro nel tempo». «D'altra parte -aggiunge l'esponente azzurro- le difficoltà riguardano anche la Germania, che ha un governo socialdemocratico, e dimostrano che esistono spinte deflattive che derivano dagli attuali meccanismi monetari europei. Meccanismi che, come ha sostenuto Berlusconi, vanno aggiornati per evitare che il nostro continente diventi un'area di recessione».