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Taglio dell'Irap e Finanziaria entro giugno

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Cgil, Cisl e Uil attaccano: «Misure tardive, insoddisfacenti e poco chiare sul fronte delle coperture»

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In un animato vertice a Palazzo Chigi con i sindacati sul piede di guerra per il contratto degli statali, il governo ha presentato la sua ricetta per il rilancio dell'economia. Ma dai sindacati si aspettavano qualcosa di più. «Sono misure tardive, insoddisfacenti, poco chiare sul fronte delle coperture finanziarie e lacunose» dicono in coro i leader di Cgil, Cisl e Uil sottolineando che «il governo non ha dato risposte sulla tutela del reddito da lavoro e da pensione». L'atteso vertice quindi si è concluso con governo e sindacati attestati su posizioni ancora molto lontane. Per questo è stato deciso che il confronto a Palazzo Chigi proseguirà mercoledì prossimo. Era stato proprio il premier Silvio Berlusconi introducendo i lavori dell'incontro con le parti sociali a sollecitare una «fotografia condivisa» sullo stato di salute dell'economia «per invertirte la tendenza». Una premessa alla quale è subito seguito il pacchetto di proposte illustrato dal ministro dell'Economia, Siniscalco incentrato sul taglio dell'Irap. Entro giungo si farà un decreto legge per ridurre l'Irap sulla componente lavoro, ma anche per dare certezza ai contribuenti che l'imposta si deve pagare nei tempi dovuti. E il provvedimento, ha voluto puntualizzare Siniscalco, «sarà un unicum con la Finanziaria». Le altre misure da prendere subito sarebbero poi la riduzione del cuneo fiscale (probabilmente agendo sul fronte degli oneri sociali impropri a carico delle imprese, come gli assegni familiari o di maternità), ulteriori incentivi per la crescita dimensionale delle piccole e medie aziende, interventi per favorire una maggiore liberalizzazione del mercato dell'energia. Montezemolo incassa, ribadendo la necessità di interventi urgenti strutturali da legare al taglio dell'Irap, visto che «l'economia italiana è ferma dalla seconda metà del 2004, la produzione ristagna da quattro anni e il Paese perde quote sui mercati mondiali non certo per colpa dell'euro o del petrolio». Per i leader di Cgil e Cisl, Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta, invece, c'è il rischio che il costo di questi interventi venga scaricato sulle famiglie. «Il taglio dell'Irap non può essere fatto a carico dei cittadini», ha avvertito Pezzotta sottolineando che «il governo non ha detto nulla sulle compensazioni. Noi vogliamo, invece, capire chi paga le mancate entrate ed è chiaro che non devono essere i lavoratori, così come è chiaro che se la riduzione dell'imposta non viene compensata si crea un problema sulla sanità». Mentre Epifani ha lamentato: «Non c'è niente per il sostegno dei redditi da lavoro e da pensione. In realtà ci vorrebbe un cambiamento forte di politica economica che necessiterebbe di un arco di tempo pari almeno a una legislatura».

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