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La fecondazione assistita? Molto meglio un percorso terapeutico mirato

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Davanti a lui una platea di «giovani camici bianchi» (in gran parte donne). Medici, ma anche professori, preti, in una parola sola «cattolici» che vogliono innanzitutto «far bene il loro lavoro». Il convegno, infatti, non è affatto una delle tante tribune elettorali sul tema della fecondazione assistita, è innanzitutto un seminario di studio che vuole analizzare gli aspetti medici del problema. Per questo i tre relatori che si succedono in cattedra (oltre a Mancuso il direttore della clinica ostetrica e ginecologica dell'ospedale Alessandro Caruso e Antonio Lanzone, docente di fisiopatologia della riproduzione), ancor prima di esprimere la loro opinione, ci tengono a citare dati scientifici. «La procreazione medicalmente assistita e la fecondazione in vitro — spiega Lanzone —, in teoria potrebbero superare quasi tutte le patologie legate a situazioni di sterilità, ma nella realtà non è così. Quando si riesce a intervenire ripristinando la fertilità naturale la percentuale di successo delle gravidanze sale. Potremmo dire 60% contro il 25% delle gravidanze da Fivet. Forse un po' meno se consideriamo i bambini effettivamente nati». Anche nello specifico dei quattro quesiti, poi, i dati contraddicono le «false speranze» dei referendari. Sul limite della ricerca Lanzone si limita a sottolineare che la legge non vieta la sperimentazione a patto che essa serva per migliorare la salute dell'embrione e non «per creare cavie da laboratorio». Su congelamento e diagnosi pre impianto due dati: prima della legge 40 solo pochi centri utilizzavano il congelamento degli embrioni e il 30% di questi non documentava alcuna gravidanza con tale tecnica. La diagnosi pre impianto, invece, uccide tra l'8 e il 15 % di embrioni sani. Resta una domanda: i referendari dicono che l'embrione non è vita, gli altri sì, chi ha ragione? «Noi — risponde Lanzone — diamo le ragioni per cui l'embrione e vita. I referendari, invece, dicono che non lo è, ma non sanno speigarci quando cominci la vita, perchè?« Qualcuno , in fondo alla sala, abbozza una risposta: «perchè non lo sanno». N. I.

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