Calabrò, d'ora in poi le regole vanno rispettate
La sua designazione a presidente della nuova Autorità per le Comunicazioni è rimasta in stand by per un mese e mezzo, in vista della ratifica delle commissioni parlamentari. Ma Corrado Calabrò giura di aver vissuto l'attesa «con un minimo di atarassia» e anzi confessa che gli è venuto «il magone» al momento di lasciare il suo incarico di presidente del Tar del Lazio. «Il momento più traumatico è stato quando ho lasciato la mia stanza», ha ammesso Calabrò, infrangendo con «qualche cedimento personale» l'ufficialità della prima conferenza stampa nella sede romana dell'Authority. «Anche mia moglie, che è una persona di grande autocontrollo, ha rischiato di perderlo nell'aprire la valigia con tutte le toghe dentro: spogliarsene è stato un trauma, la toga è un grande usbergo». Magistrato con il «vizio» della saggistica e della poesia - nel 2001 è stato finalista al premio Strega - Calabrò non ha esitato a citare Hegel. Le antinomie sono «fare presto e fare bene», «favorire lo sviluppo e assicurare la regolazione» e quindi «scommettere sull'innovazione tutelando la concorrenza», «salvaguardare il pluralismo e l'applicazione delle norme abbassando i costi per le famiglie», «seguire senza ritardi le indicazioni dell'Unione europea lasciando però spazio allo sviluppo», «dare maggiori garanzie agli utenti rafforzando la vigilanza», «valorizzare la dialettica interna» perchè, ha spiegato, «siamo una sola entità con nove teste e una sola voce». Il via libera alla separazione contabile della Rai e il calcolo del Sic, il sistema integrato delle comunicazioni, ma anche la riduzione delle tariffe telefoniche «che interessa tante famiglie» e il completamento dell'analisi della concorrenza nei mercati delle tlc individuati dall'Unione europea. Queste le priorità dell'azione della nuova Autorità per le Comunicazioni, indicate dal presidente, affiancato dal segretario generale Roberto Viola e dagli altri otto componenti dell'organismo di garanzia: Giancarlo Innocenzi, Michele Lauria, Sebastiano Sortino, Gianluigi Magri, Stefano Mannoni, Nicola D'Angelo, Roberto Napoli e Enzo Savarese. Calabrò, inizierà a via delle Muratte «l'esame del testo sulla contabilità separata». E dice «rapidamente arriveremo alla definizione». In modo rapido, e possibilmente senza obiezioni, sussurrano però in viale Mazzini. È dal 15 aprile, infatti, che i dirigenti Rai attendono questa benedetta separazione contabile, che dovrà entrare in vigore già a partire dal bilancio 2005. La Rai ha rispettato i tempi e le indicazioni dell'Autorità. Calabrò non farà «scherzi». Nell'agenda di Calabrò inoltre c'è anche la spinosa questione dell'Auditel: «Vigileremo, magari facendo una convenzione con l'Istat, per la valutazione dei metodi e delle tecniche di rilevazione e poi spingeremo per la separazione tra proprietà e sistemi di controllo». Giu.Cer.