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Prodi-Rutelli, nuova guerra

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Gli uomini del Professore: «Non accetteremo aut aut»

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Un documento attentamente studiato e limato in cui si dice che la decisione sulla lista unitaria alle politiche dovrà essere presa entro venerdì, senza rinvii, e che l'ala rutelliana e mariniana dei Dl dirà no al listone nel 2006. Un cambio di linea, rispetto alle riflessioni degli ultimi giorni in cui gli uomini più vicini a Francesco Rutelli ragionavano sull'idea di rinviare tutto ad una nuova assemblea federale da convocarsi a fine giugno. È stata la giornata di lunedì a cambiare le carte in tavola. «Ha cominciato Prodi, per primo — racconta un esponente rutelliano —. E poi si sono aperte le dighe: Chiti, Bindi e tutti i prodiani. Abbiamo assistito basiti a un diluvio di dichiarazioni tutte tese a creare una pressione sulla Margherita per la lista unitaria alle politiche. E guarda caso questo fuoco di fila è stato aperto a 48 ore dalla nostra assemblea federale». Dopo aver letto le agenzie e quel «diluvio» di dichiarazioni, la linea di Rutelli e Marini ha subito una virata. «Vogliono che decidiamo sul listone? Li accontentiamo. Si decide all'assemblea federale». Per questo è stato modificato il documento che era già stato abbozzato. In realtà i dirigenti avevano preparato un documento con due finali. Il primo prevedeva di decidere subito, il secondo di rimandare tutto a fine giugno e la maggioranza era d'accordo per il rinvio. «Ma ora basta — concordano rutelliani e mariniani —. Non si può più rimandare». E così, venerdì, Rutelli e Marini, per nulla spaventati dalla possibilità di rompere, chiederanno ai prodiani di schierarsi per il no al listone alle politiche, pur mantenendo in vita il progetto della Federazione dell'Ulivo. Le due questioni, infatti, sono considerate distinte: una cosa è l'asse riformista della Unione e cioè la Fed, altro è presentarsi come lista unitaria alle politiche. «Diremo — spiega un dirigente dielle — che in questi mesi per la Fed non si è fatto nulla. Non c'è stato nemmeno un passo avanti, nessuna riunione, nessuna decisione. Se quel progetto lo si vuole portare avanti, allora bisogna lavorarci sul serio». Sul fronte opposto i prodiani dicono di non sapere nulla di quanto è contenuto nel documento che verrà presentato all'assemblea federale. Quello che conta per gli esponenti Dl più vicini a Romano Prodi è che nella due giorni all'Hotel Crown di Roma si chiarisca una volta per tutte dove «vuole andare la Margherita». Con un punto fermo, però. Il listone alle politiche è decisivo per il percorso dell'Ulivo. La riflessione dei prodiani è che senza lista unitaria quel progetto, il progetto dell'Ulivo, non esisterebbe più. Una considerazione che fa dire ad un deputato Dl vicino a Prodi che all'assemblea federale rutelliani e mariniani sulla lista nel 2006 «non possono metterci di fronte ad un aut aut. Altrimenti, si apriranno grossi guai».

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