L'appello di Ciampi: «Momento delicato, serve responsabilità»
Il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco davanti alle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato fa l'attesa «operazione verità» sui conti pubblici. Siniscalco ha detto chiaro e tondo che le stime di crescita per il 2005 andranno riviste al ribasso anche se è presto per dire quanto. Ma il ministro non ha voluto drammatizzare: la situazione è un po' triste ma non è scappata di mano. È tutto sotto controllo». Il rapporto deficit-Pil potrebbe attestarsi quest'anno al 3,75%, ma comunque non andrà oltre il 4%. Poi assicura che ciò di cui il governo è a conoscenza è stato rivelato e quindi ora bisogna «chiudere» la discussione sui dati e mettersi subito al lavoro sul fronte del Dpef e della Finanziaria. Frena però sull'ipotesi di anticipare a maggio il documento di programmazione economico, come aveva fatto intendere invece il premier Berlusconi. Per mettere a punto il Dpef infatti sono determinanti i dati sull'autotassazione che arrivano a fine giugno. E dal momento che non c'è allarme rosso sui conti pubblici, non ha senso parlare di manovra bis che potrebbe anche rivelarsi «controproducente». Peraltro, le Agenzie di rating confermano il giudizio sul nostro Paese e «pur nello scenario di crescita negativa, i conti pubblici dei primi 5 mesi non evidenziano particolari criticità». Siniscalco indica anche alcune direttrici per la prossima Finanziaria: il taglio dell'Irap nell'arco di 2-3 anni che dovrà partire dal costo del lavoro e il trasferimento del gettito delle cessioni alla riduzione del debito; basta con i condoni e maggiore attenzione alla lotta all'evasione «in modo da allargare la base imponibile». Il ministro poi rivela che il Governo sta discutendo l'aggiustamento dei conti pubblici con la Ue e in particolare il rientro del deficit in 2 anni a partire dal 2006. Quanto al rinnovo dei contratti pubblici Siniscalco sostiene che la partita va chiusa ma «all'interno di compatibilità economiche». Interventi a breve sono previsti per le infrastrutture. Siniscalco in serata a Palazzo Grazioli con Berlusconi ha fatto il punto sulle risorse disponibili. La prossima settimana ci sarà un Cipe per sbloccare circa 1,710 miliardi di euro, per pagare le imprese che stanno realizzando opere sul territorio per conto di Anas. Alle parole di Siniscalco si sono aggiunte quelle del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che ha lanciato un messaggio all'indirizzo del governo e delle parti sociali. «L'economia attraversa un momento delicato. Abbiamo serie difficoltà di crescita e occorre un'assunzione di responsabilità da parte di ognuno». Ma la crisi «rischierebbe di aggravarsi, se si indebolissero gli argini che ci assicurano la stabilità, che ci garantiscono contro le turbolenze finanziarie, che ci hanno evitato penalizzazioni nei tassi d'interesse di mercato». Ciampi teme che la prossima Finanziaria possa essere condizionata da logiche elettorali inducendo ad allentare i cordoni della spesa. E i mercati non potrebbero che reagire in modo negativo. Per questo il presidente richiama tutti al senso di responsabilità. «La soluzione dei problemi della crescita - ha proseguito il capo dello Stato nella sua analisi - sta soprattutto a noi, alle nostre decisioni; per infondere fiducia, esse debbono essere credibili, debbono mirare, una volta individuati, ai punti nevralgici dei problemi». L'analisi di Siniscalco non ha entusiasmato la Lega. Il ministro Roberto Calderoli sostiene che il taglio dell'Irap va fatto subito e non a rate. «Le scelte economiche del paese - ribadisce Calderoli - spettano alla politica e non ai burocrati di Bruxelles». Il ministro dell'Economia non convince i sindacati. Il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta sostiene che «c'è la diagnosi, c'è l'indicazione della malattia, ma manca la terapia». Secondo la Cgil, Siniscalco «non ha dato un quadro attendibile dell'effettiva situazione della finanza pubblica e si è ritagliato un ruolo impropriamente tecnico non dando alcuna indicazione sulle politiche concrete con cui aff