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Consulta, fumata nera Fassino medita di ritirare Violante

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E della questione ormai si tornerà a parlare dopo il referendum sulla procreazione del 12-13 giugno. Per la prossima settimana infatti non è prevista una nuova convocazione delle Camere e dall'uno al 12 giugno Montecitorio e Palazzo Madama resteranno chiusi. L'accordo tra i poli che sembrava praticamente raggiunto una settimana fa sui nomi di Luciano Violante e di Donato Bruno, tanto da spingere i presidenti dei due rami del Parlamento Pier Ferdinando Casini e Marcelo Pera a convocare in tempi rapidi le Camere, sembra aver subito l'ennesima battuta d'arresto. La candidatura del capogruppo dei Ds alla Camera infatti continua a non andar giù a molti nella Cdl. E anche Silvio Berlusconi non sembra essere ancora disposto a «cedere» a quelli, tra i «suoi», che pur di vedere Bruno all'Alta Corte sarebbero disposti a «digerire» anche l'elezione di Violante. Il segretario dei Ds Piero Fassino, poi, nella riunione di gruppo convocata alla Camera avrebbe fatto capire che sulla candidatura di Violante, per quanto autorevole e prestigiosa, si potrebbe anche «aprire una riflessione» in caso di ulteriore empasse». Un'apertura alle perplessità della Cdl che fa andare su tutte le furie la Velina Rossa, il foglio di informazioni parlamentari di Pasquale Laurito, notista vicino agli ambienti dalemiani. «Non si può ricorrere solo alla vigilia delle votazioni all'assemblea per ascoltare il parere dei parlamentari - scrive Laurito - bisognava farlo prima di lanciare i nomi». Ma ora che quello di Violante è sul tappeto, sottolinea, non si può subire i diktat della Cdl mettendo «in una posizione difficile uomini di grande prestigio come Luciano Violante». Ma che l'ex presidente della Camera abbia ancora delle carte da giocare in questa partita lo dimostra l'affondò che il Giornale di Paolo Berlusconi gli dedica sulla sua prima pagina. Si tratta di un boxino a piè di pagina, firmato Filippo Facci, dall'eloquente titolo: «L'equilibrio di Violante». Un pezzettino «al vetriolo» nel quale si ricorda di quando l'esponente della Quercia, il 23 marzo del 1994, definì il partito di Berlusconi «un manipolo di piduisti» e disse che da parte del Cavaliere c'era stata «una chiamata alla mafia». «Nel caso che qualcuno si fosse scordato chi è davvero Violante e si fosse convinto a votarlo - osserva un deputato di Forza Italia di prima mattina - il Giornale oggi lo ha di fatto riportato alla realtà...».

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