«Sono Silvio da Arcore
Bloccato da una minoranza»
Sentendo la voce del Cavaliere, il conduttore Vito Monaco ammette che all'inizio pensava ad uno scherzo, «ad un imitatore». «Sono quello che ha mantenuto la metà della metà della metà della metà delle promesse fatte», esordisce Berlusconi, provocando sommovimenti tra gli ospiti in studio. Canale Italia trasmette dal Veneto in 11 regioni, e copre tutto il Nord. Il premier Difende i risultati del governo, snocciola numeri e provvedimenti, rivendica le cose fatte, ma non risparmia stoccate agli stessi alleati della Cdl, nella quale, afferma, «c'è una minoranza che ha diritto di veto». «Il Contratto con gli italiani per me - sottolinea il premier - è sempre valido. Io mi sono presentato in campagna elettorale con una serie di promesse e la convinzione assoluta di poterle mantenere. Vorrei ricordare adesso che, nonostante il periodo negativo, molto è stato fatto». E qui parte il primo affondo: «Nonostante la difficoltà di una coalizione - dice il premier - nella quale non vige il principio della democrazia: cioè non c'è una maggioranza che vota ed una minoranza che si adegua, qui c'è una minoranza, anche assolutamente esile, del 6-7% rispetto al totale della coalizione, che ha un diritto di veto». Qui Berlusconi prende possesso della platea, cominciando a ripassare «velocissimamente» i punti del contratto con gli elettori. Il fisco: «Sulle tasse abbiamo fatto credo tutto il possibile, siamo intervenuti due volte con due moduli, c'è una no tax area». Sul pil: «Noi non abbiamo aumentato il peso del debito pubblico sul Pil, è diminuito, quindi credo non si potesse fare meglio di cosi». Le pensioni: «Abbiamo totalmente mantenuto la promessa, perché era circostanziata: avevamo detto che per le persone oltre i 70 anni avremmo portato le pensioni a 1 milione di vecchie lire al mese per i 13 mesi, l'abbiamo fatto in maniera totale ed assoluta». La sicurezza: «Dovevamo introdurre il poliziotto, il carabiniere di quartiere, l'abbiamo fatto, lo stiamo facendo, bisogna prepararlo con 6 mesi di studi, bisogna che ci siano gli organici. I reati di strada sono diminuiti di oltre il 40%». L'occupazione: «Finora sono 1 milione e 360 mila i posti di lavoro creati, in controtendenza assoluta rispetto al resto dell'Europa». Il premier passa al capitolo grandi opere: «Di 125 grandi opere, abbiamo aperto oggi 37 cantieri con una spesa di 32 miliardi di euro. Entro fine legislatura i cantieri aperti rappresenteranno il 57% di quei 125 miliardi di spese per le grandi opere. Non credo si potesse fare meglio di quanto si è fatto». Sulla vertenza degli statali spiega di essersi assunto «quasi da solo la responsabilità di dire no ad un contratto che stava per chiudersi e che non mi sembrava giusto chiudere», con una somma, «111 euro, superiore a quella che i normali cittadini ottengono dalle aziende private in cui lavorano». Cambia il fronte, e il premier passa alla legge elettorale e alla governabilità. «È un difetto del nostro sistema - osserva - che credo sia interesse di tutte le parti in campo cambiare».