«Sbagliato creare esseri umani per distruggerli subito dopo»
Questo l'obiettivo principale del fornte astensionista. La libertà di ricerca, dicono, è solo un inganno pepretato ai danni degli elettori. Secondo gli astensioniti, infatti, il primo quesito referendario altro non vuole che introdurre la possibilità di produrre embrioni in numero superiore a quelli che veranno impiantati in seguito. Il problema secondo i comitati per l'astensione (posizione ovviamente condivisa da chi deciderà di votare «no») è l'utilizzo che verrà fatto di questi embrioni soprannumerati. Sugli embrioni, dicono, verranno fatte sperimentazioni distruttive. Senza dimenticare che qualora vincessero i sì, verrebbe consentita anche la clonazione. Secondo gli astensionisti la raccolta di firme è stata effettuata partendo da un presupposto errato: la possibilità di nuove cure. Oggi, spiegano, non esiste in tutto il mondo un solo esempio di malattia guarita usando cellule staminali estratte dall'embrione. Inoltre, ricordano, negli esperimenti su animali, le cellule staminali embrionali si sono rivelate tendenzialmente cancerogene. Secondo i comitati per l'astensione le uniche terapie oggi esistenti, basate sulle cellule staminali, riguardano solo le cellule provenienti dagli adulti e dal cordono ombelicale. Per questo non c'è nessuna necessità di distruggere gli embrioni per ottenere nuove cure. Gli astensionisti, inoltre, pongono il problema etico di utilizzare per la sperimentazione gli embrioni che la biologia considera esseri umani a tutti gli effetti. La vita, sottolineano, nasce all'atto della formazione dello zigote ovvero con la fecondazione. Da quel momento in poi c'è un essere umano. Per questo, dicono, non può essere lecito creare esseri umani per poi distruggerli al fine di ricavare cellule staminali che, chissà se e quando, avranno un'utilità terapeutica. Una posizione questa sostenuta da oltre 1000 scienziati italiani e da numerosi studiosi nazionali ed internazionali. Anche sul tema delle clonazione gli astensionisti avanzano forti dubbi. In fondo, spiegano, si tratta di un'alternativa remota a pratiche già esistenti, che utilizzano cellule staminali adulte, e già permettono di salvare migliaia di persone. Gli esempi portati vanno dai trapianti di cornea alle terapie a base di staminali tratte dal sangue fino ai trapianti di pelle salvavita per i grandi ustionati. Terapie in pratica clinica, dicono, non fantascienza. Insomma, è inutile proporre «cure miracolose» che secondo le proiezioni più rosee, darebbero risultati attendibili entro i prossimi 10 anni, abbandonando filoni di ricerca molto promettenti che sono già in fase di avanzata sperimentazione. Gli astensionisti mettono perciò in guardia coloro che voteranno «sì» a questo primo quesito referendario. Un'ipotetica vittoria sposterebbe ingenti risorse intellettuali ed economiche distogliendole da ricerche che hanno già portato risultati clinicamente significativi.