IN ATTESA che il referendum del 12 giugno chiarisca se l'embrione è vita e quindi può o meno essere utilizzato ...
Ieri, infatti, è iniziato, in Commissione Affari Sociali della Camera, l'esame della proposta di legge 5083, presentata il 23 giugno 2004, sulle Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica. Primo firmatario il deputato Ds Augusto Battaglia. La proposta di legge, si legge nella relazione introduttiva, «si propone l'estensione di quel diritto a fare "dono di sè" che è già stato sancito dalla legge sulla donazione degli organi e dei tessuti a fini di trapianto». Il problema è più che altro «accademico». In Italia, infatti, al contrario della Francia, non esiste una normativa che concerne la donazione del corpo a fini scientifici. Questo ha fatto sì che, mentre gli studenti francesi di anatomia possono fare pratica di «dissezione» sui 50 mila corpi donati fino ad oggi alle loro università, gli italiani sono costretti ad andare all'estero. Importante quindi, risolvere il problema anche perchè, si legge ancora nella relazione, «La ricerca scientifica riceverebbe grande aiuto da quanto previsto dalla presente proposta di legge, in particolare per quel che riguarda lo studio di tutte quelle malattie su cui è più impegnata, e per la pratica delle nuove tecniche chirurgiche, microscopiche e mininvasive». Una motivazione molto simile a quella che ha spinto i Radicali italiani a chiedere un referendum per abrogare la legge 40. Dopotutto il primo quesito parla proprio di «Limite alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni» proponendone l'abrogazione per «curare tutte quelle malattie oggi incurabili». Insomma, sembrerebbe una sorta di «scambio alla pari»: in attesa di poter lavorare sugli embrioni, meglio garantirsi qualche migliaio di corpi già belli che stecchiti. La proposta, comunque, affronta anche due aspetti molto delicati. Da un lato la donazione del corpo «È informata ai principi etici e di solidarietà, nonchè a quelli dettati dall'ordinamento giuridico dello Stato, ed è disciplinata secondo modalità tali da assicurare il rispetto del corpo umano». Dall'altro «Le regioni e le aziende sanitarie locali adottanno iniziative volte a: diffondere la conoscenza delle disposizioni delle presente legge e una corretta informazione sulla donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica». Ripensando al trattamento ricevuto dalla legge 40 i dubbi non solo permangono, ma aumentano.