IL GOVERNO pone la seconda fiducia sul decreto per la competitività ma prima chiede alle commissioni ...

La richiesta di fiducia, che sarà votata oggi alle 14.30 (si inizia alle 12.30 con le dichiarazioni di voto), è arrivata in Aula per voce del ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi nel primo pomeriggio di ieri, dopo che la Camera aveva bocciato la pregiudiziale di costituzionalità chiesta dalle opposizioni. Ma prima che il ministro chiedesse la fiducia, il viceministro dell'Economia Giuseppe Vegas ha proposto il rinvio del testo in commissione per il voto su due emendamenti del governo. Si tratta di un intervento sulle norme sul silenzio-assenso, nella parte relativa ai poteri dei commissari per le opere urgenti infrastrutturali per le autostrade. Il Senato aveva attribuito poteri straordinari ai commissari, di deroga ai vincoli comunitari sulla tutela ambientale, in caso di ritardi nelle opere. Come se si trattasse di interventi di emergenza a tutela della incolumità pubblica. Un allargamento di poteri che è sembrato eccessivo e rischioso al governo. È stato lo stesso ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi a precisare di aver chiesto la modifica del decreto. «Nell'esercizio dei poteri e dei compiti attribuiti — ha spiegato —, i Commissari straordinari provvedono alla realizzazione dell'opera anche in deroga alla normativa vigente, ma non in deroga alla normativa in materia ambientale, di tutela del patrimonio storico artistico, monumentale e paesaggistico». Anche il ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione ha espresso «Grande soddisfazione» per la decisione del Parlamento. «Sono contento — ha detto — di essere stato smentito, visto che ero poco fiducioso che tale principio venisse immediatamente riconosciuto attraverso un emendamento del decreto competitività: con grande soddisfazione vedo invece che il Parlamento ha mostrato grande sensibilità». «I beni culturali non sono semplicemente delle merci — ha aggiunto Buttiglione — e, dunque, mentre il silenzio-assenso è una difesa giusta del cittadino contro una pubblica amministrazione neghittosa, nel caso del patrimonio culturale questo diritto deve cedere davanti alla tutela di beni che sono costitutivi della nostra identità». Ma è soprattutto l'opposizione a cantare vittoria, anche per un altro motivo. Il secondo emendamento proposto dal governo, infatti, cancella un articolo che mutava i criteri per la definizione del prezzo dell'energia elettrica da fonti rinnovabili modifica che, secondo il centrosinistra, avrebbe imposto un prezzo unico con un conseguente «aumento dei costi dello 0,5% per famiglie e imprese». Nell'articolo, poi, c'era anche un'altra norma che prevedeva la possibilità per il ministero dell'Ambiente di affidare ad una spa le attività di difesa del suolo. Norma che è saltata contestualmente alla cancellazione dell'articolo. Oggi, dunque, il decreto sarà sottoposto al secondo voto di fiducia del Parlamento. E per i giorni successivi, probabilmente giovedì, si profila la terza fiducia al Senato. Il ministro Giovanardi l'ha già definita «inevitabile».