Presentato il comitato contrario al voto. Ne fanno parte parlamentari di Cdl, Margherita, Udeur
Del comitato fanno parte parlamentari di tutta la Casa delle Libertà, della Margherita, dell'Udeur, «ma non escludiamo la partecipazione di altri esponenti di altre forze politiche» ha precisato Volontè. «Siamo stati criticati da coloro che hanno promosso il sì - ha spiegato Volontè - ma respingiamo l'accusa come parziale e infantile. Perchè la scelta di invitare la gente ad astenersi è una scelta carica di ragioni, piena di significati per i quali vale la pena mantenere questa legge, vale la pena evitare il referendum». Il Comitato «Non votare!» sarà compiutamente presentato giovedì prossimo a Roma. «Abbiamo deciso di prendere questa iniziativa a Milano - ha anticipato Lupi - perchè speriamo di creare una eco nell'opinione pubblica. Soprattutto rifiutiamo quanto sta avvenendo sull'abolizione della legge 40, perchè si sta proponendo questo referendum come se fosse uno scontro tra laici e cattolici. Questa è una falsità. Il Parlamento è stato il luogo della mediazione e questa è una buona legge, non una cattiva legge». Antonio Palmieri ha ribadito che «la legge esistente è oggi la miglior legge possibile: si può garantire la fertilità senza arrivare a sopprimere embrioni umani». Francesca Martini, responsabile per la Lega Nord delle politiche sociali sostiene che «la legge sulla fecondazione deve essere sostenuta contro ogni tentativo di ritornare al far west della procreazione assistita in cui versava il nostro Paese. È per questo che sosteniamo, per il referendum, la legittima posizione del non voto». «Il non voto al referendum - conclude la deputata del Carroccio - rappresenta una scelta responsabile verso una materia complessa e delicata come quella trattata dalla legge sulla fecondazione per la quale il referendum è un'assurda forzatura». An sostiene che i partiti devono lasciare libertà di coscienza su questi temi. Urso, viceministro alle Attività Produttive rivela che andrà alle urne per votare quattro volte no, perchè «credo nell'istituto referendario e, soprattutto, nelle buone ragioni di chi difende una legge che finalmente regolamenta in modo chiaro e onesto una materia così delicata e importante». Francesco Giro, responsabile di Forza Italia per i rapporti con il mondo cattolico, ribadisce che ferma restando la libertà degli elettori di votare secondo coscienza, questo «non impedirà alle diverse componenti del movimento, cattoliche e liberal-socialiste, di condurre in piena libertà la propria battaglia in base ai rispettivi convincimenti culturali ed etico-religiosi, ben al di là di quell'indifferenza che qualche avversario disattento ci rimprovera». Per il presidente dei senatori Ds Gavino Angius «non sono condivisibili gli appelli all'astensionismo che è un comportamento paradossale, una fuga da un cofnronto di merito». «Per i prossimi referendum mi auguro, naturalmente che vinca il sì - ha detto Angius - Ma soprattutto, spero davvero che, comunque vada il 12 giugno, a vincere non sia il partito del me ne vado al mare». «In realtà, la posta in gioco nei prossimi referendum sulla procreazione assistita è davvero alta. Vengono chiamati in causa - aggiunge Angius - temi importanti, che ci riguardano tutti da vicino. I diritti individuali, la libertà di scegliere in modo autonomo come e quando diventare madre o padre. Ma anche la libertà di ricerca scientifica e la speranza di poter arrivare a nuove terapie per la cura di malattie gravissime». Il presidente dei Ds Massimo D'Alema afferma: «Lavoro perchè si raggiunga il quorum. Ho detto che al momento della discussione della legge in Parlamento non fu fatto uno sforzo adeguato per trovare una posizione comune nel centrosinistra. Ora bisogna fare di tutto per correggere una legge sbagliata». Sulla controversa questione del voto è int