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Il centrosinistra continua a glissare sull'ipotesi di un settennato-bis

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E come lui, sul dibattito di un'eventuale riconferma del Presidente della Repubblica, ieri ha provato a sfilarsi anche il leader dell'Udc Marco Follini: «Mi pare un argomento che viene evocato con ottime intenzioni ma non con altrettanto buon gusto. Non mi pare un tema di oggi. Ho grande apprezzamento e rispetto per il capo dello Stato, ma, in questo momento, il Quirinale non è sede vacante». Ma a parte Marco Follini, quasi tutto il centrodestra sembra intenzionato a sostenere un'eventuale bis del Capo dello Stato. Ieri il ministro per i Beni culturali Rocco Buttiglione, intervenendo a un convegno sulla giornata dell'Europa che si è svolta a Catania, ha sostenuto l'idea di un settennato-bis. Purché sia l'ultima volta che questo avviene: «Evviva Ciampi — ha detto — per me va benissimo e può fare qualsiasi cosa, anche un nuovo mandato da presidente della Repubblica. Però poi facciamo una riforma costituzionale che renda il mandato unico ed irripetibile. Questo perché se diventasse un'abitudine sarebbe pericolosa». Nel centrosinistra prende invece le distanze da un eventuale secondo mandato il diessino Giorgio Napolitano: «L'ipotesi di un Ciampi-bis — ha commentato — è un'idea bizzarra lanciata non so con quanta serietà visto che il presidente della Repubblica non ha mai dato alcun cenno di disponibilità per un proseguimento del mandato». «Il mandato di Ciampi — ha aggiunto l'ex presidente della Camera — è stato molto intenso, da lui svolto con straordinaria dedizione e anche dedicandovi molta fatica e molte energie. Ma io non sono convinto di queste idee lanciate con qualche leggerezza e qualche strumentalità». Perplesso anche il capogruppo di Rifondazione Comunista alla camera Franco Giordano, che ieri è intervenuto sulla vicenda ospite di «Servizio Pubblico» su Radio24. «Trovo veramente singolare — ha spiegato — che si discuta un anno prima dell'elezione del Presidente della Repubblica e lo trovo irriguardoso innanzitutto nei confronti dello stesso presidente, anche se noi non contribuimmo ad eleggerlo e votammo per Ingrao. Anche il contesto in cui è nata questa ricandidatura mi sembra molto subalterno alle logiche interne al centrodestra». Il Riformista, quotidiano di riferimento dell'area dalemiana dei Ds, a sua volta sconsiglia l'Unione dall'alimentare il «chiacchiericcio» sulla possibile rielezione al Quirinale di Carlo Azeglio Ciampi. Un dibattito che, secondo l'editoriale che è pubblicato oggi, non giova all'opposizione e non rende giustizia al capo dello stato. Per il Riformista, Ciampi «è ed è stato un grande presidente, per la sinistra e per l'Italia». Ma i discorsi sulla sua rielezione rispondono, prosegue l'editoriale, a «un uso strumentale del nome e della volontà di Ciampi per giochetti politici di genere inferiore». In particolare, per il Riformista, «Berlusconi sta avvisando i suoi alleati, Casini in particolare» che in caso di vittoria «i posti non sono due, il Quirinale e Palazzo Chigi, ma uno solo». Ma il centrosinistra, scrive il Riformista, non ha alcun interesse a questi discorsi, anche perché «si vanta, e in parte a ragione, di avere una vasta classe dirigente in grado di prendere le redini del paese» e c'è chi «aspira legittimamente (uno per tutti, Giuliano Amato)» al Quirinale.

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