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E si tratta pure per Eni, Enel e Poste

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Scaroni potrebbe passare al vertice della società petrolifera al posto di Mincato. Cardi in uscita

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Questa volta a dispetto della più classica metodologia del spoil system, la Cdl non intende fare pigliatutto per le poltrone degli enti. Non è un atto di generosità ma il tentativo, per una fine di legislatura che si preannuncia caldissima su altri fronti in primis quello dell'economia, per spegnere altri focolai di polemiche con l'Unione. All'interno di Forza Italia si fa intendere che sarebbe una strategia, non si sa quanto a buon fine, volta ad allentare la tensione con l'opposizione in vista della partita difficile della Finanziaria. Insomma poltrone bipartisan in cambio di un atteggiamento meno aspro verso la prossima manovra economica. Dietro le quinte delle nomine ci sono Bruno Ermolli, consigliere di Berlusconi nel gioco delle pedine e Lorenzo Cesa, uomo forte dell'Udc. I riflettori sono puntati su Eni e Enel. Il domino però ha inizio dalla Rai. Se sul grande scacchiere di viale Mazzini dovesse essere paracadutato il presidente dell'Enel Piero Gnudi si aprirebbe il problema di chi mettere al suo posto. Gnudi è perfettamente bipartisan giacchè gode dell'appoggio del presidente della Camera Casini ma anche di Prodi. Il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco però non vorrebbe metter mano all'Enel mantenendo in sella l'attuale ad Paolo Scaroni. Berlusconi invece preferirebbe spostarlo all'Eni al posto di Vittorio Mincato che uscirebbe di scena. Con Scaroni all'Eni, verrebbe riconfermato il presidente Roberto Poli. Si tratta comunque di manager graditi a entrambi gli schieramenti e un «arrocco» tra Eni e Enel potrebbe essere deciso di comune accordo tra i Poli. Lo spostamento di Scaroni mette in gioco per la sua poltrona Vincenzo Cannatelli e Fulvio Conti. Ma per l'Eni c'è anche un altro scenario. L'amministratore delegato Mincato potrebbe diventare presidente con maggiori deleghe e essere affiancato da Alessandro Profumo. Ma l'ad di Unicredit ha già fatto sapere di non essere interessato a lasciare l'istituto che è una vera gallina dalle uova d'oro. Non meno movimentato lo scacchiere delle Poste. Il consiglio d'amministrazione è scaduto da marzo ma tutto era stato congelato. Il finiano Massimo Sarmi, potrebbe essere confermato amministratore delegato. L'arrivo di Landolfi al ministero delle Comunicazioni ha reso la sua poltrona meno traballante dopo la serie di incomprensioni con l'ex ministro Gasparri. Quasi scontata l'uscita del presidente Enzo Cardi, al vertice delle Poste dal 1994. Al suo posto potrebbe arrivare Marco Staderini che è vicino a Casini. C'è poi il problema del direttore generale. In corsa c'è Marco Zanichelli, ex amministratore delegato dell'Alitalia. Non è esclusa una soluzione interna, ovvero una promozione per Francesco Mengozzi, anche lui un passato in Alitalia come ad, e ora alle Poste come condirettore generale. Quando Mengozzi planò alle Poste con la delega su due settori preziosi quali quelli dell'area finanza e del Bancoposta, si disse subito che presto sarebbe decollato verso una poltrona di maggior peso.

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