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Fassino e D'Alema scippano i temi al centrodestra Sul lavoro è già dietrofront

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Il liberismo sociale, l'attenzione al mercato ma anche alle fasce deboli senza cedere all'assistenzialismo, una politica estera attiva, paiono ai vertici dei Ds la ricetta giusta per porsi come un'alternativa credibile di governo e riconquistare l'attenzione di quei ceti medio alti moderati timorosi di veder prevalere la linea bertinottiana. Così tra Fassino e D'Alema è tutto un rincorrere temi del centrodestra. D'Alema ammette l'uso della forza per diffondere la democrazia: una manovra di avvicinamento alla politica di Bush che come sostiene l'ex presidente Scalfaro sa tanto di tentativo di spianarsi il terreno per un possibile approdo alla Farnesina se il centrosinistra dovesse vincere le prossime elezioni. Fassino invece diventa paladino della flessibilità liberista, purchè sia «buona». Ovvero non sia quella messa in atto dal governo Berlusconi colpevole, secondo il segretario Ds, di aver introdotto una «giungla indescrivibile di modalità contrattuali». Per flessibilità «buona» Fassino intende «un sistema di certezze del lavoro che consenta sia a chi fa un lavoro a tempo indeterminato, sia a chi fa un lavoro flessibile, di sapere che è un lavoro certo, su cui si può contare, e che c'è una eguaglianza sostanziale di reddito, diritti e tutele». Ma al di là dei proclami ci pensa il sottosegretario Sacconi a smontare il teorema fassiniano ricordando che proprio il centrosinistra ha «introdotto e sviluppato quelle flessibilità in entrata (contratti a termine, lavoro interinale e co.co.co.) alle quali la legge Biagi ha aggiunto migliori regole e maggiori tutele». E se Fassino sostiene di voler «fare una riforma del lavoro come Blair», ovvero «centinaia e centinaia di sportelli del servizio nazionale per gli impieghi che seguono i lavoratori lungo tutto il loro percorso individuale», Sacconi gli ricorda che fu proprio il centrosinistra a voler «conservare il monopolio pubblico del collocamento». Un istituto che solo quest'anno, in attuazione della riforma, è stato superato con l'autorizzazione dei soggetti privati che insieme a quelli pubblici, a partire dal primo giugno, alimenteranno la Borsa telematica del lavoro. Quanto a Blair, rileva ancora Sacconi, Fassino «ricordi come tutti questi anni proprio sui temi del lavoro, il Governo italiano e quello britannico si sono mossi con forte sincronia, codificata anche da due documenti sottoscritti dai due capi di governo; ma perfino il governo rosso verde tedesco ha introdotto quella somministrazione a termine indeterminato (staff leasing) che in Italia i DS hanno criminalizzato come mercificazione del lavoro».

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