È la Sanità il primo ostacolo per Nichi Vendola
Vendola ha indicato la strada, i primi problemi da affrontare, si è rammaricato del fatto che ci siano ancora poche donne (due elette in consiglio su 70 consiglieri, e quattro in giunta), si è detto dispiaciuto per le tensioni con il Pdci escluso dalla giunta, ha annunciato una sessione straordinaria del consiglio regionale interamente dedicata al tema del decentramento, ma, soprattutto, si è detto convinto che questo governo regionale «risolleverà la storia della Puglia». «La ricetta — ha detto Vendola — è saper coniugare, nella modestia delle mie capacità, ovviamente, la valorizzazione dell'esperienza dei partiti e la valorizzazione della domanda di cambiamento che travalica i partiti ed è prodotta da una società più larga, mettere insieme una sorta di meritocrazia, di qualità politico intellettuale del personale che viene selezionato e offrire anche in ciascun settore una risposta di governo ai problemi assai complessi che incroceremo». Guardando al passato, alla giunta di centrodestra guidata da Raffaele Fitto (Fi), Vendola ha chiarito che intende azzerare «tutto di uno stile, uno stile che premiava le fedeltà politiche, che era molto autoreferenziale e talvolta autoritario». «Per quanto riguarda gli esseri umani, ovunque collocati, — ha aggiunto — intendo guardare alle qualità professionali e non alle tessere di partito». I rapporti con il consiglio regionale poi, dovranno essere «buoni, fondati sul valore insopprimibile della democrazia rappresentativa, su una corretta dialettica tra forze della maggioranza e forze dell'opposizione e, da parte mia, su una costante capacità di ascolto, non solo della mia maggioranza ma anche delle voci critiche dell'opposizione». Vendola, che si è dichiarato «assessore di tutte le province» della Puglia, ha detto di essere «molto dispiaciuto» dal fatto che il Pdci abbia inteso le sue scelte «come una discriminazione nei confronti di quel partito. Riprenderemo i colloqui e ci sarà modo e tempo per eliminare questa schermaglia».