In bilico anche il ministro Alemanno Se si votasse oggi il centrodestra riuscirebbe a mandare in Parlamento solo cinque deputati invece di otto

E fuori anche un ministro Udc, Mario Baccini, che nel suo collegio di Fiumicino a Roma ha sempre avuto un feudo ultrasicuro. Nessuno dei due — prendendo uno studio fatto dalla Camera dei Deputati che esamina i voti delle ultime elezioni regionali disaggregati nei 24 collegi uninominali della capitale — se si votasse oggi avrebbe la possibilità di essere eletto. E come loro sarebbe «bocciato» dagli elettori anche Paolo Ricciotti di Forza Italia, eletto nel 2001 nel collegio di Torre Maura. È chiaro che il confronto non è veritiero fino in fondo, perché il voto politico è diverso dal voto amministrativo. Ma è comunque uno studio che fotografa in maniera abbastanza chiara la crisi del centrodestra. Perché anche due big come Gianfranco Fini e Gianni Alemanno, che nel 2001 avevano vinto con sufficiente tranquillità, oggi hanno in mano un successo molto striminzito. Il primo nel collegio Roma-Della Vittoria attualmente ha un vantaggio di poche migliaia di voti, mentre il secondo la spunterebbe per poco più di 800 voti. Così la Casa delle Libertà, che nel 2001 aveva già visto assottigliarsi la pattuglia dei deputati eletti a Roma nei collegi uninominali rispetto alle elezioni del '96, oggi riuscirebbe a farne eleggere cinque invece di otto. Conferma di essere ancora il più votato Publio Fiori, deputato di An, che alle ultime elezioni politiche aveva vinto nel suo collegio storico Roma-Trieste contro Victor Magiar dei Ds. Ma anche lui vede assottigliarsi abbastanza il suo vantaggio. Nessuna possibilità invece, se si votasse ora, per l'azzurro Paolo Ricciotti. Quattro anni fa venne eletto a Torre Angela battendo con uno scarto di voti minimo il suo avversario Massimo Pompili, deputato dei Ds oggi in corsa per l'assessorato all'urbanistica della Regione Lazio. Prendendo i voti delle ultime elezioni regionali nel suo collegio oggi è invece «sotto» di quasi cinquemila preferenze. La vera sorpresa però è Teodoro Buontempo, anima storica della destra romana, ex presidente del Fronte della Gioventù negli anni '70 e candidato alla guida del Comune di Roma nel '97 in tandem con l'industriale Pierluigi Borghini contro Francesco Rutelli. Il collegio di Ostia, dove è stato sempre eletto, è un suo feudo blindato. Eppure, oggi, a dimostrare la crisi che sta attraversando la Casa delle Libertà, anche lui perderebbe. Nel 2001 aveva sconfitto la sua avversaria, Carla Mazzucca della Margherita, con un distacco di circa cinquemila preferenze. Con i voti delle regionali di aprile invece nel suo collegio il centrodestra è andato sotto di quasi quattromila voti. Vuol dire che in quattro anni il centrodestra ha perso per strada quasi diecimila elettori. Va male anche al ministro Mario Baccini, anche lui forte di un collegio sicuro come quello di Fiumicino nel quale ha sempre raccolto a piene mani. Quattro anni fa stravinse distaccando il candidato del centrosinistra Guido Carandini di oltre seimila voti. Ma anche per lui le elezioni regionali si sono dimostrate amare: se si andasse al voto oggi per le politiche nel suo collegio l'Unione è sopra la Cdl di quasi quattromila voti. Fatica a mantenere le sue preferenze anche il ministro Gianni Alemanno, nel 2001 eletto nel collegio di Roma Trionfale dopo essere stato sconfitto nel '96 da Paolo Cento, parlamentare dei Verdi. Oggi il responsabile del ministero dell'agricoltura sarebbe rieletto per una manciata di preferenze, meno di 600. Chi invece continua a viaggiare a vele spiegate è Cesare Previti: il collegio di Roma-Tomba di Nerone si conferma una vera cassaforte per il centrodestra: alle ultime elezioni politiche il suo vantaggio sulla deputata dell'Ulivo Paola Balducci era di cinquemila preferenze. E prendendo come dato di confronto le ultime regionali la differenza è quasi la stessa. Chi invece non piange troppo è il deputato di An Antonio Mazzocchi. Nel 2001 venne comunque sconfitto (anche se poi è stato recuperato con il proporzionale) dal deputato della Margherita Roberto Sciacc