Sulla Finanziaria confessa: «Sto lavorando per anticiparla insieme al Dpef»
Anche ieri al Senato, a margine dell'informativa sul «caso Calipari», Berlusconi ha ribadito la propria convinzione che nel 2006 i partiti della Cdl si presenteranno con un unica formazione. «Ho letto che qualcuno aveva messo in dubbio la mia seria intenzione di portare avanti il progetto del partito unico — ha detto il Presidente del Consiglio conversando con i giornalisti —. Io qui confermo che sono serissimamente intenzionato a portare avanti questo progetto. Mi sto fortemente impegnando sulla strada del partito unico: ha le gambe per andare avanti, inoltre è atteso dai nostri elettori». A chi gli faceva notare l'ipotesi di dar vita, per il momento, ad una federazione, il premier ha risposto: «Le federazioni non hanno mai avuto successo. Io sono fortemente impegnato per costruire un soggetto politico che sia la casa comune della Cdl e si presenti alle elezioni del 2006. Credo che ci siano buone possibilità per questo progetto. Ho sentito i leader della Cdl e ho riscontrato che c'è una grande attenzione». Quanto alla prudenza della Lega Berlusconi ha affermato che «al momento opportuno, la Lega prenderà le sue decisioni: potrà decidere se entrare nella casa comune o se essere un alleato. Del resto, come accade in Germania e in Spagna, è sempre possibile fare un'alleanza. La Lega è un partito con una forte identità e non nazionale». Il Presidente del Consiglio ha poi affrontato il tema delle nomine pubbliche e della prossima Finanziaria. «Sulle nomine per le aziende pubbliche — ha detto — abbiamo cominciato a confrontarci, ci saranno degli approfondimenti in questi giorni e tutte le decisioni saranno prese nella piena concordia e amicizia all'interno della Casa delle Libertà». Quanto alla manovra economica Berlusconi ha chiarito: «Stiamo lavorando con la volontà di anticipare il varo della finanziaria e del Dpef. Sarebbe utile farlo». E a chi gli ha ricordato le dichiarazioni del ministro Siniscalco che aveva sottolineato la difficoltà di presentare la Finanziaria a giugno ha risposto: «Abbiamo avviato la discussione nel governo e con Siniscalco. Anch'io sto lavorando con lui. Lavoriamo e vedremo». Le parole di speranza di Berlusconi, però, continuano a far discutere i suoi alleati. A tener banco è soprattutto il trattamento di favore riservato alla Lega. «Se la Lega può chiamarsi fuori dal Partito Unico che Berlusconi ha già deciso per tutti — ha commentato il ministro della Salute Francesco Storace — ed è "autorizzata" per la sua qualità di movimento regionale, immagino che la regola valga per tutti». Non la pensa così il ministro Roberto Calderoli che rilancia. «Non ho nulla in contrario con la creazione del partito unico — ha detto —: è del tutto evidente che la Lega Nord è il primo dei suoi interlocutori ma è possibile immaginare che si allei anche con qualcosa di territoriale che possa nascere anche nel Sud». «È evidente — ha aggiunto Calderoli — che se il partito della Cdl avrà una caratterizzazione nazionale non potrà che coinvolgere partiti di questa tipologia, non noi della Lega». Concorde nel non percorrere la strada della federazione, invece, il viceministro Adolfo Urso. «Il progetto di passare attraverso una Federazione del centro destra — ha sottolineato — è già vecchio e impraticabile, sembrerebbe infatti una copia, magari più bella, ma sempre una copia, di ciò che ha tentato di fare l'Ulivo». «Noi — ha spiegato Urso — non possiamo inseguire, semmai anticipare e spiazzare. Ha ragione Berlusconi, quindi, nel 2006 dobbiamo arrivare al partito unico del centro destra, con i soci fondatori del Polo: Forza Italia, An e Udc». Restano alla finestra Pri e Nuovo Psi. E se i repubblicani fanno sapere che attendono di «vedere le carte prima di giudicare», i socialisti confermano la «non disponibilità» del partito a entrare in una casa comune dei moderati.