Fini archivia il triumvirato, Matteoli in pole
Perché Gianfranco Fini, per quanto gli riguarda, ha già scelto. E già stamattina potrebbe procedere ad un atto formale. Che cosa succede dentro An? Fini ha di fatto estromesso dal governo Maurizio Gasparri, leader di Destra protagonista, la corrente maggioritaria di An. Il quale a sua volta aveva posto un veto sull'ingresso nel governo di Francesco Storace, leader invece di Destra sociale. Gasparri non gli mobiliterà l'opposizione interna, anche perché non avrebbe senso: la sua componente è quella storicamente (ma non politicamente a quanto pare) più finiana. Ma certamente la degenerazione correntizia ha toccato i suoi massimi livelli dentro An, sicuramente ha superato il livello di sopportazione di Fini. E così, il presidente del partito di via della Scrofa ha convocato l'altra sera i tre attuali vicepresidenti (uno per corrente), Ignazio La Russa (Destra protagonista), Altero Matteoli (Nuova alleanza) e Gianni Alemanno (Destra sociale). E ha praticamente annunciato la fine della suddivisione per componenti del partito. Non solo, ma ha anche spiegato che da adesso in poi tornerà ad occuparsi in prima persona della sua formazione politica. In pratica, è la fine dell'era del triumvirato e di tutto ciò che ne è disceso: sostanzialmente la tripartizione di qualunque ruolo, persino delle scrivanie. Si cambia. Fini si è spinto oltre, ha avvertito che vuole l'azzeramento di tutto l'organigramma. Per questo ieri il capo della segreteria politica Carmelo Briguglio, fedelissimo di Storace, era scuro in volto. Mentre il capo della segreteria organizzativa, Italo Bocchino, uomo di La Russa, mascherava meglio l'atmosfera di delusione. La gestione del partito tornerà nelle mani di Donato Lamorte. Chi è? «Quando parla lui, parla Gianfranco», rispondono in via della Scrofa. Gli aspetti più stretegici saranno curati direttamente dal gran capo. Che al suo fianco chiamerà probabilmente Altero Matteoli per l'organizzazione del partito. La scelta del ministro del'Ambiente non è casuale: nei momenti di difficoltà, a destra si suole chiamare in servizio il più anziano in grado, il vecchio saggio. E Matteoli, con i suoi 64 anni, è il capocorrente più vecchio. Ma anche quello che ha fornito maggiori garanzie, visto che la gestione unica di La Russa (è il secondo più anziano con i suoi 58 anni) è stata contestata in varie occasioni da Destra sociale. C'è infine il terzo capitolo, quello per ora più fumoso. E sul quale Fini ha chiesto a tutti di avviare una riflessione e stamattina, quando rivedrà La Russa, Alemanno e Matteoli, spiegherà loro le sue prime decisioni. Si tratta dello scioglimento delle correnti. Non è la prima volta che Fini ci prova. E probabilmente anche lui sa che in fin dei conti non è una strada facilmente percorribile. Ma il leader della destra ci vuole provare lo stesso. F. D. O.