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Il sottogoverno tocca quota settantadue

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Nominato Romano (Udc) fedelissimo di Cuffaro. Nessun «risarcimento» per Destra Protagonista

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Dopo quello della durata (1410 giorni in carica), dopo quello della crisi più breve (appena 67 ore) Silvio Berlusconi e il suo Berlusconi ter stabiliscono un nuovo primato, quello dei membri del «sottogoverno». Con la nomina di 63 sottosegretari e 9 viceministri il terzo governo Berlusconi polverizza ogni record. In totale, compresi i 24 ministri, i due vicepremier e il Presidente del Consiglio, salgono a 99 i componenti della nuova compagine governativa. Rispetto al precedente Berlusconi bis rimane sostanzialmente invariato il peso dei singoli partiti. Oltre a Gianni Letta, infatti, 32 sottosegretari sono di Forza Italia (vengono compresi nel conteggio anche i «tecnici d'area» Paolo Uggè, Infrastrutture, ed Alberto Gagliardi, Affari Regionali), 13 di An, 8 rispettivamente di Lega ed Udc e uno del Nuovo Psi. Tredici le novità assolute. Entra a far parte del «sottogoverno» Gianfranco Conte, tesoriere del gruppo di Forza Italia, che diventa sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Al Welfare, in quota Udc, arriva invece Francesco Saverio Romano. Dopo aver incassato la nomina (assai gradita) di Gianfranco Miccichè, il «clan dei siciliani», capeggiato da Salvatore Cuffaro, incassa così, la promozione di un fedelissimo. Romano, infatti, è molto vicino al governatore al punto da essere coinvolto con lui (proprio nei giorni scorsi la sua posizione è stata archiviata su richiesta del pm) nell'inchiesta «Ghiaccio» della procura di Palermo con l'accusa di concorso in associazione mafiosa ed estorsione. Gli «uomini del 61 a 0» confermano in questo modo il loro peso, ma sono in molti a pensare che la nomina di Romano, appartenente alla fazione più filo-berlusconiana dell'Udc, altro non sia che una mossa del premier per tenere sotto pressione Marco Follini. Al contrario non ottiene il risarcimento sperato la corrente di Alleanza Nazionale, Destra Protagonista. Dopo le dimissioni di Maurizio Gasparri si pensava a una serie di «sottosegretari riparatori» che potessero compensare, in qualche modo, l'ingresso di Francesco Storace (capo, assieme a Gianni Alemanno, della corrente Destra Sociale) al governo. Così non è stato, anzi An non va oltre la conferma dell'esistente e la nomina di Nuccio Carrara a sottosegretario alle Riforme. «Trasloco obbligato» per Michele Vietti (Udc) che passa dalla Giustizia all'Economia. Il sottosegretario centrista più volte in passato era entrato in aperto contrasto con il ministro Castelli. Proprio questo rapporto di «amore—odio» aveva spinto, nelle scorse settimane, Vietti verso la poltrona di viceministro dell'Economia. Per lui, si dice, si sarebbe speso addirittura Domenico Siniscalco memore, sembra, di un'amicizia maturata negli ambienti universitari piemontesi. L'operazione, però, non è andata in porto anche per l'opposizione del segretario Udc Marco Follini che non avrebbe visto di buon occhio una promozione di Vietti. Promozione che è arrivata, invece, per l'ex Presidente della commissione Trasporti Paolo Romani. L'esponente di Forza Italia sostituisce il neo eletto consigliere dell'Autorità per le Telecomunicazioni Giancarlo Innocenzi, sulla poltrona di Sottosegretario alle Comunicazioni. La sua nomina è sì una promozione, ma potrebbe anche essere l'ultimo atto del lungo braccio di ferro tra Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni. Da mesi, infatti, il governatore lombardo chiede, senza successo, le dimissioni di Romani dalla carica di coordinatore regionale di Forza Italia. Questa nomina potrebbe accelerare la pratica. L'ultimo pensiero va a Rocco Salini, unico sottosegretario, insieme ad Antonio Guidi a non essere stato confermato. Il senatore abruzzese di Forza Italia, però era stato nominato sottosegretario alla Sanità appena 40 giorni fa (11 marzo scorso), per scongiurare una sua possibile candidatura indipendente a Presidente della Regione Abruzzo. Una mossa che, però, non si è rivelata vincente. Anche per Salini, quindi, un piccolo record.

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