La Dandini rilancia, in Rai è deregulation
E il dg Cattaneo non potrà certo fermarli. Per colpa di Ruffini e della Dandini, che si sono ribellati al richiamo di Petruccioli, alla Rai scatterà la deregulation in tema di «finestre informative» nell'intrattenimento. Questo significa che di politici nei programmi d'evasione, d'ora in poi se ne vedranno a iosa. La presenza di Prodi in tv che, salvo ripensamenti, sarà ospite del talk show di Serena Dandini stasera alle 23,20 su Raitre a «Parla con me», ha scatenato una querelle interpretativa tra conduttrice, direttore di Raitre, parte dell'opposizione da un lato, maggioranza e presidente della Vigilanza Claudio Petruccioli (Ds) dall'altro. La polemica è iniziata due giorni fa ed è continuata ieri con l'intervento della conduttrice. E ieri sera gli altri due direttori di rete, Del Noce e Ferrario, hanno deciso di adeguarsi, ospitando anche loro a questo punto i politici nei programmi di intrattenimento. E il dg Cattaneo naturalmente non potrà certamente bloccare la loro «giusta» ribellione alle regole, visto che già le ha violate Ruffini. L'oggetto della controversia, la risoluzione della Vigilanza, sul pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo dove si stabilisce che la presenza dei politici nelle trasmissioni di intrattenimento «va normalmente evitata», «a meno che non siano assolutamente necessari». Da qui la levata di scudi della maggioranza e il richiamo del presidente della Vigilanza a quell'atto di indirizzo. Il direttore di Raitre Paolo Ruffini aveva sottolineato che il divieto di ospitare i politici è assoluto solo in regime di par condicio. Ma è Serena Dandini ad affrontare la vicenda alla radice. «Il mio programma non è un varietà ma un talk show di parole e di interviste, si può chiedere conferma alla Siae». Cita come esempio il Letterman show, e un precedente: «La settimana scorsa - ricorda Dandini - era stata annunciata su tutti i giornali la presenza come ospite del mio programma dell'onorevole Emma Bonino, che all'ultimo non è potuta venire per motivi personali di salute, e nessuno, nemmeno il presidente Petruccioli, ha trovato niente da eccepire. Ci sono forse dei politici di serie A e di serie B? O dei conduttori che possono e altri ai quali è sconsigliato?». «Se un programma, ritenuto comunemente di intrattenimento diventa un talk show perché vi partecipa Romano Prodi le sinistre non si lamentino poi se nei programmi di intrattenimento, dove ci sono finestre informative, ci siano esponenti del centro destra» avverte gli avversari Paolo Romani responsabile informazione Forza Italia. E Alessio Butti, responsabile della comunicazione di Alleanza Nazionale è indignato: «Le definizioni dei programmi non le detta la Dandini nè Ruffini. È intollerabile che si sentano autorizzati a interpretare il pensiero del Parlamento che attraverso la Commissione di Vigilanza si è chiaramente espresso sulla questione». E se uno dei tre direttori Rai rompe le righe, anche gli altri, per «par condicio» sono autorizzati a farlo.