Berlusconi: «An non deve allargarsi troppo»
Scontro a Palazzo Chigi con Fini. Il Cavaliere furioso per il veto del vicepremier sulla Mussolini
Il mandato è preciso, Silvio Berlusconi non lascia dubbi: mettere i bastoni fra le ruote di Alleanza nazionale. Incaricati della missione sono stati il fido Gianfranco Micciché, in prima battuta, e, in seconda, Isabella Bertolini, coordinatrice di Forza Italia in Emilia Romagna. Il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto aspetta e guarda dalle retrovie. L'obiettivo è chiaro: «An non deve allargarsi troppo». Che cosa succede nei rapporti tra An e Forza Italia? Perché sono così tesi persino tra Berlusconi e Fini al punto da sfociare anche in un litigio a margine del Consiglio dei ministri? Il problema sono le Regionali. Il Cavaliere vuole vincere a tutti i costi, vuole serrare le file della Cdl e mettere in campo il meglio. E vuole a tutti i costi chiudere la trattativa con Alessandra Mussolini per non far correre rischi a Storace nel Lazio, a Pace in Abruzzo e a Fitto in Puglia. La nipote del duce, si sa, disprezza Fini e adora Berlusconi. Il Cavaliere di certo non ha mai usato parole di dissenso nei confronti del nonno. Anzi. Dunque, il premier vorrebbe chiudere l'alleanza con lei. Ma Fini non vuole nemmeno sentir nominare la leader di Alternativa sociale, e due giorni fa è stato ultimativo: con la «signora Mussolini», come l'ha chiamata, nessun accordo. Mandando Berlusconi su tutte le furie, perché la sua tela a lungo tessuta s'è spezzata. Di qui la fase due, il Cavaliere è passato all'attacco. Al tavolo delle Regionali che doveva dare il via libera alla candidatura di Italo Bocchino (An) in Campania, Micciché ha posto il veto azzurro: sì a Bocchino se l'altro candidato di An, Foti in Emilia, si ritira. Bocchino s'è inalberato: «Ma se è stato Berlusconi a chiedermi di candidarmi!». Ieri la fase tre. Finita la riunione del Consiglio dei ministri il premier ha chiamato nella sua stanza il suo vice e ha provato a persuaderlo: «Gianfranco, perché fai così? Non ti rendi conto che rischiamo di perdere per uno stupido veto? Cerchiamo di ragionare». E Fini ancora più netto: «Sei tu che non vuoi ragionare. Ma ti rendi conto che se fai un accordo con quelli lì ci sarà un diluvio di critiche che ti pioverà addosso in Europa? Capisco la Mussolini, ma come spieghi in giro nel mondo che ti imbarchi nell'alleanza i neofascisti?». E il Cavaliere ha insistito: «Guarda, il problema non è solo elettoralistico. È anche politico. Nella formazione della Mussolini sta entrando di tutto, se si infiamma quell'area non la teniamo più. E tutto nasce da te, spingendoti troppo al centro stai lasciando scoperto tutto ciò che c'è alla tua destra. È meglio che freni un po'». Fini l'ha guardato gelido: «Spero tu stia scherzando». Il dialogo è andato avanti tra sordi. Il leader di An, poi sfogandosi con i suoi, ha sottolineato: «Ricordiamoci la lezione di Giorgio Almirante che ci aveva imposto anche il divieto di frequentazione con certe persone». Ma Berlusconi non ci sta e quindi ha deciso di far saltare tutto: è guerra ovunque. Nel pomeriggio di ieri era dato per furibondo. Al punto che La Russa ha cercato di calmarlo e di fare da paciere diffondendo la voce che il Cavaliere domani andrà al decennale di An. Sarà così? F. D. O.