Gad, tutti vogliono candidarsi alle primarie
La competizione con il Professore nella Gad pare avere un fascino tutto particolare. Così ieri il leader dei Verdi Pecoraro Scanio ha ribadito che se tra il programma dei Verdi e quello di Prodi ci saranno anche solo «sfumature diverse» lui parteciperà alle primarie, Di Pietro ha confermato che lui un'occasione così non se la lascia sfuggire, innescando anche un «battibecco» con Prodi, e Oliviero Diliberto ha dato il suo colpo finale: «La mia opinione sulle primarie — ha commentato — è nota: sono una colossale pagliacciata, perchè se sono vere si deve candidare il segretario dei Ds che è il partito più grande della sinistra, se sono finte allora si candidi Prodi che le vuole ad ogni costo, facciamo questa investitura e per favore piantiamola con le scemenze». E per rendere più chiaro il concetto ha specificato anche la data in cui dovrebbero essere fatte: «Visto il mio giudizio è che sono una pagliacciata dovrebbero essere a Carnevale, solo così avrebbero un senso». Ma quello che ha più movimentato la giornata nel centrosinistra è stata la conferma, arrivata da Di Pietro, di candidarsi su richiesta esplicita di Romano Prodi, «perché lui vuole delle primarie vere». «Lo ha chiesto — ha precisato — a me e a tutti coloro che vogliono farlo». Intervistato da Pierluigi Diaco alla trasmissione «Servizio pubblico» su Radio 24, Di Pietro ha spiegato che bisogna lasciare «ai cittadini la possibilità di scegliere chi rappresenta meglio la coalizione, perché non si può dire che si fanno le primarie e poi si candida una persona sola». Ma passano poche ore e arriva la smentita di Prodi: «La dichiarazione di Di Pietro è, evidentemente, frutto di un equivoco. Io non ho mai chiesto a nessuno né di candidarsi, né di non candidarsi alle primarie. Rinnovo a tutta la Coalizione l'invito a dedicare il massimo impegno per il successo alle Regionali». Di Pietro incassa il colpo ma rilancia: «Sarà frutto di un equivoco e ne prendo atto, ma quando Romano Prodi ha proposto le "primarie vere" ho pensato che tutti coloro che ritenevano di rappresentare un'alternativa al governo Berlusconi avessero dovuto dare il proprio contributo alle primarie per renderle credibili e plurali come si usa in ogni democrazia. Sono certo, pertanto, che Prodi non può disapprovare candidature ulteriori rispetto alla sua perché la buona riuscita delle primarie non potrà che avallare la sua leadership o comunque quella di colui che vincerà, dato che anche Bertinotti, oltre a me, ce la metterà tutta per competere».