«Io alla Rai? Oggi direi di sì»
Anzi, il senatore diessino Claudio Petruccioli pare il candidato principale, visto che secondo la Gasparri, il presidente proposto da Siniscalco, dovrà ottenere il gradimento dei due terzi della Vigilanza per essere eletto. «Pera e Casini mi offrirono la presidenza prima di consultare Mieli, ma allora rifiutai subito - racconta a San Macuto - Ora invece la situazione è ben diversa, sia per la durata del mandato, (tre anni invece di due), sia per una serie di motivi... Sarebbe molto diverso». Presidente, si candida? «Le pare che posso risponderle ora? Se mi verrà proposto, se ne accorgerà...». In questo periodo ha già fatto pratica da presidente, visto che si rivolgono a lei per tutto, dall'informazione all'intrattenimento... «Beh, è vero. Le audizioni sono sempre più frequenti. Forse proprio perché manca la figura del presidente di garanzia». Ha già un certo potere sulla Rai? «Ma che dice? Non decido nulla, mi limito a proporre ai membri della Vigilanza che poi votano. Non ho nemmeno il potere politico per impormi. Io punto sulla persuasione, ho dalla mia la forza del diritto, nulla più. Sono come un arbitro che può anche fischiare il fuorigioco, ma i giocatori il più delle volte continuano a giocare come se nulla fosse. Prendiamo la scadenza del CdA. Se sulla mia strada trovo delle persone che fanno quello che vogliono, mica posso cacciarli con la forza». Allora ha perso? «Non ancora. L'8 febbraio sentiremo il ministro Siniscalco. Pare che gli Advisors abbiano tenuto in considerazione il fatto che il vertice non sia "al completo". Peccato, ho lavorato molto con la maggioranza affinché si procedesse ad un rapido rinnovo del CdA». Ma lei sta facendo le prove da presidente... «Ho cercato solo di accentuare la mia attenzione vigilando di più sulle trasmissioni e avvisando a volte il dg dei rischi che correva...» E Cattaneo si rivolge a lei volentieri, come per Anna La Rosa e per Celentano. «Con il direttore della Tsp abbiamo parlato a lungo. Ho giudicato i filmati introduttivi delle conferenze troppo agiografici e il suo un protagonismo eccessivo. Mi ha promesso di aggiustare un po' il tiro per questo ciclo, poi vedremo». Celentano che fine farà? «La norma esclude la partecipazione di politici nei programmi di intrattenimento soprattutto in un periodo caldo come quello prima di un referendum. A Cattaneo ho risposto che la "finestra" giornalistica va fatta solo secondo le regole. In Commissione ha telefonato la signora Claudia Mori. Ho incontrato per cortesia il produttore Bibi Ballandi e gli ho illustrato il regolamento con i suoi paletti...». Avete parlato di soluzioni? Celentano come farà? «No, le soluzioni deve prospettarle all'azienda. Ho fatto abbastanza. Mica posso condurre io la trattativa sul prodotto. Dico solo che la confusione dei generi televisivi disorienta il pubblico». E sulla puntata «riparatrice» al Report sulla mafia? «Il concetto di riparazione di un programma è pericoloso ed è una spada di Damocle per chi fa la trasmissione successiva». La Gasparri dà grande potere alla Vigilanza: come eleggerete il nuovo CdA? «Ognuno scriverà il nome che vuole e i primi sette dei più votati verranno eletti. Io proporrò che, se ci saranno parità, la votazione venga ripetuta. Niente ballottaggi. Per il presidente si voterà solo una volta. Se non prenderà i 2/3 verrà bocciato». Anche lei sarà in gara? «Certamente. Anche Berlusconi potrebbe esserlo. Basta dimmettersi dal ruolo precedente». Qual è il suo parere sulle primarie? «Non capisco tanta meraviglia. Gli elettori non votano chi è stato deciso dai partiti, votano chi vogliono. E così faranno con Prodi e Bertinotti». Ma a Bologna, era o no a cena con Fassino? «Assolutamente